Infermieri

Nursing Up: “Da Aran la bozza del Ccnl con modifiche. Tutto da rifare?”

Il presidente De Palma: “Aspettiamo di esaminare nel dettaglio la versione del contratto riveduta e corretta per poi regolarci di conseguenza”.

Antonio De Palma

“Mentre in tutte le aziende sanitarie e ospedaliere si vota per le Rsu (elezioni 17-18-19 aprile), abbiamo ricevuto dall’Aran la bozza con le correzioni al testo del Ccnl 2016-18. Un documento di 34 pagine sul quale ci riserviamo di entrare nel merito e che, a una prima lettura, ci pare contenga essenzialmente correzioni formali”. Lo rende noto Antonio De Palma, presidente del sindacato degli infermieri Nursing Up, che aggiunge: “Ci pare sia cambiato qualcosa rispetto alle indiscrezioni, alle varie versioni circolate nei giorni scorsi, che configuravano un cambiamento sostanziale del testo con un’azione unilaterale e dunque illegittima dell’Aran, senza il coinvolgimento delle parti sociali. Ma ora tocca a noi scandagliare il documento in ogni suo dettaglio per verificare la portata dei cambiamenti al testo”.

Da oggi fino al 19 aprile i lavoratori del comparto sanità sono chiamati al voto per eleggere le proprie rappresentanze sindacali. Nursing up, sindacato nato dagli infermieri e per gli infermieri, chiede a tutti i colleghi professionisti sanitari di scoprire o riscoprire il valore del voto delle rappresentanze sindacali e di scegliere o confermare la fiducia alla storica organizzazione che ogni giorno si batte per difenderli e tutelarli. Dalle piccole alle grandi battaglie. Dalla difesa sui posti di lavoro contro i turni di servizio massacranti, e un’organizzazione che non riconosce agli infermieri il loro valore e l’elevata professionalità, fino alla lotta per il rinnovo del contratto nazionale dopo 9 anni di blocco. Nursing Up ricorda a tutti che non basta avere rappresentanti sindacali e non basta votare, ma bisogna votare bene.

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La battaglia per un Ccnl giusto

Nursing Up contesta un contratto modificato senza il suo apporto attivo, come già annunciato in sede istituzionale all’Aran, in occasione della diffida preventiva recapitata solo pochi giorni addietro. “Siamo in attesa di leggere quanto ci avevano preannunciato – afferma De Palma –, e parlo delle risposte date alle osservazioni del Governo. Perché, se da una parte è vero che l’attività di errata corrige è di prassi, è anche vero che modificare la sostanza di una pre-intesa prevede il coinvolgimento di tutte le parti sindacali rappresentative delle categorie. Aspettiamo di entrare nel dettaglio della versione del contratto riveduta e corretta per poi regolarci di conseguenza”.

È superfluo ricordare che eventuali modifiche o integrazioni andavano fatte in sede di confronto. È sotto gli occhi di tutti, però, che il confronto, quello vero tra Aran e organizzazioni sindacali, è durato 28 ore, giorno e notte. Uno scenario scandaloso che i sindacati, dopo 9 anni di attesa, non avrebbero mai dovuto accettare. Un contratto così importante non si poteva firmare dopo una maratona, che poco o nessuno spazio di manovra ha concesso a chi difende il lavoro degli infermieri e degli altri professionisti sanitari. Una maratona non può risolvere criticità che si protraggono da anni. Abusi, demansionamento sistematico, messa in discussione delle regole europee sulle 11 ore continuative, stipendi e indennità da fame. “Tutto questo

– sostiene il presidente del sindacato – non cambierà con il nuovo contratto”.

E ancora: “Chi ha firmato in fretta e furia il contratto, scoprendo solo a cose fatte errori e lacune presenti nel testo, oggi dovrebbe vergognarsi di chiedere il voto per le Rsu. Nursing up non ha firmato la pre-intesa lo scorso 23 febbraio perché si è rifiutata di aderire a un testo sciatto e sbagliato. Abbiamo fatto le pulci rigo per rigo alla bozza, e per questo siamo stati criticati non solo della parte istituzionale, ma anche da alcuni sindacalisti che forse non hanno ben chiaro il quadro della professione e dei disagi dei lavoratori”.

Un contratto si firma sulla pelle dei dipendenti. Ciò che è scritto non è un optional o un semplice atto formale: se non va bene, bisogna avere il coraggio di non firmare e di assumersi le responsabilità a cui ogni sindacato è chiamato a rispondere. Il tempo della verità è giunto e questo pessimo contratto va denunciato senza mezzi termini, perché:

– prevede che i lavoratori siano “tenuti a fare straordinario”;

– prevede che l’importo perequativo di pochi euro verrà meno il 31 dicembre 2018;

– precarizza tutta la macchina organizzativa, prevedendo incarichi di organizzazione per specialisti ed esperti “a tempo”, senza risorse ad hoc, ma attingendo per queste funzioni le risorse necessarie da un fondo aziendale che deve, nel contempo, garantire anche straordinari e indennità già previste dai precedenti Ccnl per condizioni particolari di disagio lavorativo;

– non riconosce la categoria DS ai professionisti;

– non considera in alcun modo le problematiche dei turnisti e, anzi, crea loro ulteriori problemi e li maltratta;

– riduce i coordinatori al lumicino, sulla strada di un inesorabile declino di identità.

Vi sono tutte le ragioni per continuare la nostra lotta e ciò, beninteso, oltre le modifiche o le errate corrige alla bozza di contratto. “Facciamo appello – conclude De Palma – al nuovo esecutivo e alla nuova classe politica. Ci diano risposte chiare, mettendo in primo piano le risorse e il rispetto per gli infermieri, che continua a mancare. I colleghi sono ormai in grado di riconoscere chi si batte ogni giorno da anni per loro. Se non ci fosse stato il Nursing Up, non si sarebbero fatti gli scioperi riuscitissimi del 23 febbraio e del 12 e 13 aprile scorsi, oltre alle manifestazioni di Torino, Genova, Milano, che hanno visto migliaia di colleghi in corteo uniti per la lotta. Se non ci fosse stato il Nursing up con le centinaia di assemblee partecipate su tutto il territorio nazionale, forse oggi tutte le problematiche relative agli infermieri e alle altre professioni sanitarie e al contratto non sarebbero sotto i riflettori. Senza il Nursing Up non ci sarebbero diffide all’Aran per un contratto che rispetti le esigenze dei lavoratori”.

Redazione Nurse Times

 

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