Nursind in piazza: No pacche sulla spalla, politica valorizzi infermieri

Abbiamo sostenuto il sistema sanitario fin dall’inizio della pandemia e continuiamo a farlo, ora però la politica sostenga le nostre rivendicazioni. Siamo qui per ricordare al legislatore l’impegno preso pubblicamente, in Aula, dal presidente del Consiglio, quel ‘non ci dimenticheremo di voi’, e degli sforzi fatti da una professione posta a tutela della salute pubblica. Noi non l’abbiamo dimenticato e quello che chiediamo è una concreta valorizzazione della categoria. Si tratta di una richiesta perfettamente compatibile con la visione di una nuova sanità che il governo stesso ha tracciato sin dai primi duri mesi di ardua lotta al Covid-19”.

Lo ha detto il segretario nazionale del Nursind, Andrea Bottega, nel corso della manifestazione “Curiamo l’Italia”, organizzata a piazza Montecitorio. Uno spazio collegato attraverso un maxischermo anche a piazza del Popolo per rispettare un rigoroso distanziamento, visto l’alto numero di adesioni. Mille tra infermieri e ostetriche i professionisti che hanno preso parte all’iniziativa.

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Un’area autonoma di contrattazione proprio per infermieri e ostetriche, un incremento sostanziale dell’indennità professionale specifica che oggi vale appena 36,15 euro lordi mensili. E poi ancora la rimozione del limite di incremento dei fondi contrattuali che taglia la retribuzione integrativa di anno in anno.

Ma, più in generale, uno stop ai vincoli economici per le assunzioni del personale sanitario “in modo tale da poter finalmente valutare il fabbisogno non più sul minutaggio, ma sulle reali esigenze di cura”. Sono solo alcune delle proposte che sono risuonate davanti al Parlamento. Non solo, ma Nursind ha chiesto con forza anche pari dignità tra le professioni sanitarie ed uguaglianza di trattamento nell’accesso alla libera professione: “Siamo professionisti con un ambito autonomo di esercizio – ha rimarcato Bottega – e autonoma deve essere la determinazione del nostro lavoro”. Non senza aggiungere: “Sappiamo di chiedere molto, essendo una categoria numerosa, ma siamo disposti anche a dare molto. E l’impegno e il sacrificio costante dimostrati dall’inizio di questa emergenza ne sono la prova. Se il Servizio sanitario nazionale sta tenendo, è in gran parte grazie a questa categoria che ha saputo reinventarsi e ha sacrificato tutto”.  

Non è mancato nel corso dell’iniziativa un momento dedicato proprio agli infermieri vittime di Covid. Un minuto di silenzio in mezzo a 42 paia di zoccoli bianchi per ricordare gli altrettanti colleghi stroncati dal virus.

“Il report Inail di agosto – ha sottolineato il sindacato – ha messo in evidenza proprio come il tributo della categoria sia in termini di vittime che di infettati sia stato altissimo”. “Nonostante tutto – ha detto Bottega in una piazza piena ma composta – noi ci siamo stati, ci siamo e ci saremo. Ma la politica deve ascoltarci e accogliere le nostre istanze. Per prenderci cura dei cittadini, noi infermieri abbiamo bisogno che lo Stato si prenda cura di noi. Troppo facile chiamarci eroi. Suona come una sorta di pacca sulla spalla. Un ‘arrivederci e grazie’ che non aiuta a prendere coscienza e, quindi, a rimediare agli errori fatti negli anni, ai tagli lineari alla spesa per il personale, al blocco delle retribuzioni e alla spinta perversa verso una sanità sempre più privatizzata”.

“Non è quello che vogliamo – conclude il sindacato -. Non è quello che merita la nostra sanità pubblica. La professione infermieristica è stata fin troppo tempo in quarantena. È ora di uscirne e iniziare a vivere un lavoro dignitoso con una retribuzione altrettanto dignitosa”. Dunque, “la politica – è stato l’appello lanciato dalla piazza al viceministro della Salute Pierpaolo Sileri e alle delegazioni dei gruppi parlamentari, sia di maggioranza che di opposizione, intervenuti -, questa volta ci ascolti”.

Cristiana Toscano

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