Nursind Brindisi: “Da febbraio meno infermieri al Perrino”

Il sindacato lancia l’allarme con una nota a firma del segretario provinciale Carmelo Villani.

Aumentano le assunzioni di operatori socio sanitari (oss), ma diminuiscono gli infermieri all’ospedalePerrino” di Brindisi. A lanciare l’allarme è il sindacato Nursind. Scrive Carmelo Villani, segretario provinciale del sindacato: “Pur consapevoli dei limiti di spesa che di fatto limitano le capacità assunzionali delle nostre Asl, non possiamo fare altro che reiterare l’allarme diramato pochi mesi fa e che fra pochi giorni si concretizzerà in tutta la sua drammaticità con la scadenza del contratto di decine di infermieri. La Asl Brindisi, infatti, al fine di mantenere fede ai limiti imposti dagli obiettivi di finanza pubblica, nel proprio piano triennale ha indicato le assunzioni a tempo indeterminato previste nel triennio, prevedendo l’articolazione per ruolo, profili e categorie, oltre che per esigenze delle singole unità operative, incrementando in particolare le assunzioni di oss, fortemente richiesti dalla categoria al fine di fare fronte al reiterato demansionamento, ma con una nota dolente: progressivamente diminuisce l’organico infermieristico”.

Significa che il pronto soccorso del “Perrino”, da febbraio, si ritroverà carente di 10 unità infermieristiche, al di sotto quindi della dotazione organica prevista dalla stessa deliberazione della Giunta regionale n. 1933 del 2016. Inoltre, per alcuni servizi (quello di anestesia, per esempio), non si riesce ancora a garantire la turnistica nella 24 ore. Molte unità operative della Asl Brindisi si ritroveranno con un organico infermieristico al di sotto della soglia minima che possa garantire un’assistenza di qualità.

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“Ricordiamo – aggiunge Villani – ancora una volta che esistono studi scientifici che non si possono più ignorare, come RN4CAST, che indicano un aumento della percentuale di mortalità a seguito di un aumentato rapporto infermiere/paziente, e che la responsabilità giuridica e le competenze sanitarie che la legge attribuisce all’infermiere non possono in alcun modo essere esercitate, ma anzi sono vietate, all’operatore sociosanitario. Non possiamo quindi accettare il gioco al ribasso sulle competenze sanitarie operato dai vertici politico istituzionali a favore del risparmio, ma a tutto svantaggio e a rischio degli utenti e dei pazienti delle strutture sanitarie, che come organizzazione sindacale di categoria siamo chiamati a difendere. Se non ci saranno risposte concrete, siamo pronti a iniziare tutte le azioni di lotta sindacale possibili”.

Redazione Nurse Times

 

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