A distanza di 3 mesi dalla precedente lettera inviata ai vertici ATS e alle rappresentanze politiche della Regione Sardegna, siamo spiacenti di constatare che come organizzazione sindacale non solo non abbiamo ottenuto alcuna risposta ma – anzi – la problematica del mancato pagamento delle indennità per i festivi infrasettimanali si sia estesa a macchia d’olio anche alle aziende ospedaliero universitarie come quella di Sassari.
In un periodo nel quale i professionisti sanitari vivono sulla loro pelle i tagli, la mancanza di posti letto e il malcontento dell’utenza, ecco che loro stessi rientrano tra le voci della spesa sanitaria da sacrificare.
Parliamo di palesi forzature della normativa poiché è chiaro a tutti che il parere ARAN 1795 del 7 agosto 2015 addotto dalle direzioni aziendali a sostegno del mancato pagamento del compenso per lavoro straordinario (o all’equivalente riposo compensativo) non si riferisca al personale del comparto sanità bensì a quello del comparto Regioni, Enti e Autonomie locali.
La fondatezza della nostra richiesta, ovvero del pagamento delle indennità come avvenuto fino ad ora, è da individuarsi nelle disposizioni contrattuali appositamente taciute, ovvero:
Tali disposizioni contrattuali sono state arbitrariamente trascurate dall’ ARAN che raffrontandole con alcune sentenze della corte di Cassazione come, ad esempio, la n. 14308 del 19.06.2014, ha escluso, di fatto, l’ipotesi di cumulo delle due indennità (di turno e per l’attività prestata nel giorno festivo) relativamente ai contratti del personale del comparto delle Regioni e delle Autonomie Locali.
Nostro malgrado, le aziende sarde hanno recepito tale direttiva senza il dovuto senso critico che l’occasione avrebbe meritato, riducendo l’intera faccenda all’ennesimo taglio inflitto ai lavoratori.
Assistiamo dunque impotenti alla mortificazione del personale turnista e alla sua demotivazione che apre innanzi a noi scenari preoccupanti di fuga dai turni.
Ciò che ci inquieta, inoltre, è l’assenza di risposte alla nostra azione, quasi a voler privare i turnisti non solo dei diritti sanciti contrattualmente ma anche di una comunicazione efficace tra i lavoratori e le aziende.
Riteniamo che queste ultime, in particolar modo quelle sarde che hanno affrontato cambiamenti epocali, si reggano anche grazie al lavoro e allo spirito di abnegazione che muove i professionisti sanitari, i quali svolgono il proprio servizio anche nei giorni festivi, rinunciando alla propria vita al di fuori degli ospedali e dei luoghi di cura in generale per il bene del cittadino.
E’ auspicabile, dunque, che tali professionisti vengano incentivati e motivati anche economicamente, dal momento che il nuovo CCNL non ha fornito loro l’adeguato riconoscimento in termini di retribuzione.
Ci affidiamo ai vertici ATS e AOU e ai rappresentanti politici della regione Sardegna affinché chiariscano, in maniera legittima, il valore che essi vogliono attribuire al personale, consci del fatto che debba essere pesata con giusta bilancia la vita sociale e familiare di migliaia di professionisti turnisti.
Il segretario provinciale Nursing Up
Alessandro Nasone
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