CdL Infermieristica

Nasce il 1° reparto gestito da tirocinanti e infermieri: strumento formativo o sfruttamento degli studenti?

Nella regione Veneto è stato inaugurato alcuni anni fa un reparto a completa gestione infermieristica. L’unità operativa si trova all’interno dell’Ospedale Alto Vicentino ed è stata denominata Degenza ad Integrazione Didattica (DID).

La peculiarità principale di questo reparto è l’esclusiva gestione dei pazienti a carattere infermieristico.

L’organico è composto da 6 infermieri, 1 coordinatore infermieristico, 2 Tutor universitari e 24 studenti del secondo e terzo anno del Corso di Laurea in Infermieristica.

Come appare subito evidente, non è prevista alcuna figura di supporto. In secondo luogo è possibile notare come il personale strutturato sia nettamente inferiore rispetto agli studenti universitari che svolgono il tirocinio.

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Nei turni di mattina e pomeriggio sono presenti sempre 1 infermiere e 4 tirocinanti mentre di notte sono presenti solo 1 infermiere e 2 tirocinanti.

All’interno del reparto vengono accolti pazienti oramai stabilizzati e prossimi alla dimissione pertanto appare più che evidente che la complessità di tali pazienti sia piuttosto bassa.

Chi dovrà pertanto occuparsi della cure domestico alberghiere degli ospiti prossimi alla dimissione, visto che, secondo le numerose testimonianze raccolte, non è presente alcuna figura di supporto (nonostante siano presenti due nominativi di operatori sociosanitari nella carta dei servizi)?

Intervistando alcuni studenti che hanno trascorso 3 mesi in questo reparto è emerso come i tirocinanti del secondo anno si occupassero prevalentemente delle cure domestico alberghiere, dell’igiene del paziente e del rifacimento letti mentre gli studenti del terzo anno invece gestivano la somministrazione della terapia farmacologica prescritta, l’educazione sanitaria al paziente e care giver e tutte le restanti attività che generalmente vengono svolte da un infermiere dipendente.

Il reparto è composto da 8 posti letto che presto diventeranno 15.

Sicuramente una simile organizzazione permette agli studenti di acquisire molte nozioni ma siamo sicuri che apprendere informazioni riguardanti attività domestico alberghiere sia davvero utile? In un setting a bassa complessità assistenziale, tali mansioni potrebbero essere tranquillamente svolte da una badante o da un operatore socio-sanitario permettendo ai tirocinanti di concentrarsi su quanto competa realmente all’infermiere, ormai considerato dalla legge un professionista intellettuale.

È impossibile non notare che, anziché avere 6 o più Oss/infermieri dipendenti, sia sufficiente l’utilizzo di una sola unità lavorativa retribuita potendo contare sulle giovani braccia dei tirocinanti utilizzabili per ogni necessità all’interno del reparto.

Il ricovero in DID consiste dunque in un ulteriore periodo necessario per un efficiente recupero funzionale, per facilitare il rientro a domicilio e l’eventuale inserimento nei percorsi assistenziali territoriali.

Durante il ricovero, il paziente, un suo familiare o il suo Medico di Famiglia potranno ricevere informazioni sull’iter diagnostico-terapeutico e sull’evoluzione della malattia, relazionandosi con il Medico, nella sala visite di reparto, tutti i giorni feriali dalle 11,30 alle 12,30 e su alimentazione, mobilizzazione e assistenza rivolgendosi al coordinatore, dalle 11 alle 14 nello studio di reparto.

Pertanto, i tirocinanti che, di fatto sono 24 ore al giorno a contatto con i pazienti non partecipano minimamente al colloquio con i parenti. Ma il problema prioritario in una situazione simile dovrebbe essere un altro:

Come può un solo infermiere presente in turno vigilare sull’operato di 4 tirocinanti che operano contemporaneamente su 4 pazienti differenti?

Ai sensi dell’art. 1 del D.M. 739/1994, l’infermiere è responsabile dell’assistenza generale infermieristica e, in quanto tale, è titolare di una posizione di garanzia e di protezione nei confronti degli assistiti, alla quale non può sottrarsi adducendo che l’assistito è “affidato” ad un tirocinante. In altre parole, in virtù degli obblighi di garanzia che gravano sull’infermiere, in via di prima approssimazione può affermarsi che l’infermiere potrebbe essere chiamato a rispondere di eventuali comportamenti dei tirocinanti sottoposti alla loro vigilanza.

Ai sensi dell’art. 2048 del codice civile, l’infermiere referente dei tirocinanti dovrà rispondere, in sede civile, dei danni provocati dagli studenti. L’articolo in questione afferma che: “I precettori e coloro che insegnano un mestiere o un’arte sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei loro allievi e apprendisti nel tempo in cui sono sotto la loro vigilanza. Le persone indicate dai commi precedenti sono liberate dalla responsabilità soltanto se provano di non aver potuto impedire il fatto”.

L’art. 2048 del codice civile attribuisce una presunzione di responsabilità a carico di chi insegna o di chi deve vigilare in caso di danno procurato dai tirocinanti.

Dimostrando di aver esercitato la vigilanza sui tirocinanti con una diligenza diretta a impedire il fatto, l’infermiere potrà non essere ritenuto direttamente responsabile.

All’infermiere potrebbe essere attribuita una responsabilità sia per culpa in eligendo, sia per culpa in vigilando, qualora attribuisca allo studente attività che non rientrano, in quanto studente, nelle sue competenze, sia nel caso, ad esempio, di mancata presenza nel corso dell’esecuzione dell’intervento assistenziale, in funzione didattica e di sorveglianza, al fine di rimediare prontamente a eventuali errori dell’esecutore materiale.

Pertanto come può un singolo infermiere esercitare la propria funzione didattica e di sorveglianza in una situazione simile?

La responsabilità di chi sorveglia o insegna, ovviamente, non esclude la responsabilità del tirocinante, che concorre solidalmente con quella del proprio tutor.

La redazione di Nurse Times ha posto questi ed altri interrogativi agli organizzatori di tale progetto non ricevendo alcuna risposta in merito.

Siamo altresì disponibili ad accogliere sul nostro giornale una loro replica qualora lo ritenessero opportuno (redazione@nursetimes.org).

Seguiremo da vicino questa realtà che, potrebbe sicuramente rappresentare un valido sistema di apprendimento per i tirocinanti, ma altresì potrebbe essere considerato come un ottimo modo per arruolare manovalanza a costo zero.

Simone Gussoni

 

Dott. Simone Gussoni

Il dott. Simone Gussoni è infermiere esperto in farmacovigilanza ed educazione sanitaria dal 2006. Autore del libro "Il Nursing Narrativo, nuovo approccio al paziente oncologico. Una testimonianza".

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