Napoli, chiuse il reparto per festeggiare la nomina a primario: Pignatelli verso il rinvio a giudizio

La Procura ha inviato all’ex medico dell’Ospedale del Mare l’avviso di chiusura delle indagini. Il reato ipotizzato è l’interruzione di pubblico servizio.

Spostò i pazienti, chiuse il reparto e arrivederci a domani: tutti a casa o alla festa, almeno secondo quanto raccontano le cronache del by night di mezza estate. È la notte tra il 6 e il 7 luglio scorso, quando nell’Ospedale del Mare di Napoli accade qualcosa di inedito: l’unità operativa di Chirurgia vascolare si svuota all’improvviso, con il trasferimento di quattro pazienti in un altro reparto.

Una notte destinata a entrare nella cronaca cittadina, a metà strada tra gossip e dibattito politico, ma da qualche tempo anche nella cronaca giudiziaria. È di questi giorni, infatti, la decisione della Procura di spedire un avviso di chiusa inchiesta a carico dell’ormai ex primario Francesco Pignatelli: il professionista è accusato di interruzione di pubblico servizio, proprio per la scelta di spegnere luci e macchinari, di spostare pazienti e salutare tutti.

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Nove mesi dopo lo scandalo (denunciato dal consigliere regionale dei Verdi, Francesco Borrelli), arrivano le prime conclusioni della Procura di Napoli. È il pm Francesco Raffaele a notificare a carico di Pignatelli un avviso di conclusione delle indagini, l’atto che fa da preludio a una probabile richiesta di rinvio a giudizio. Difeso dai penalisti Alfonso Furgiuele e Stefano Montone, Pignatelli ora avrà modo di replicare alle accuse e di motivare la propria condotta.

Stando a quanto venne pubblicato lo scorso luglio, la decisione di chiudere quell’ala andava collegata con un party a Pozzuoli, organizzato dal medico stesso per festeggiare la propria nomina a primario

. Una festa organizzata da giorni, alla quale erano stati invitati anche altri colleghi e gli infermieri dell’Ospedale del Mare. In una prima fase investigativa, la Procura aveva ipotizzato l’accusa di abuso d’ufficio, ma le conclusioni hanno spinto verso un’altra linea, quella della interruzione di pubblico ufficio.

Subito dopo lo scandalo, anche i vertici della Asl presero provvedimenti, rimuovendo dall’incarico Pignatelli sulla scorta della rottura del rapporto fiduciario tra l’amministrazione e un suo dipendente. Scrisse Pignatelli all’ex direttore dell’Asl, Mario Forlenza: “Essendo presenti notevoli criticità per la copertura dei turni del personale infermieristico in questo periodo, ho ritenuto opportuno, nella serata per il turno di attività che va dalle 20 del giorno 6/7 alle 8 del giorno 7/7, al fine di assicurare la continuità assistenziale, appoggiare i quattro ammalati degenti del reparto di Chirurgia vascolare, presso la Uoc Chirurgia generale dello stesso presidio, ove esistevano posti letto disponibili. Ritengo che l’unico errore che mi possa essere ascritto, sia quello di non aver avvisato, e quindi formalizzato per iscritto, la direzione sanitaria del presidio ospedaliero, chiedendo l’autorizzazione a procedere in tal senso. Voglio fare comunque ben presente che tale vicenda non ha causato alcun danno o carenza assistenziale ai degenti del reparto”. Una versione nella quale non c’è alcun riferimento alla festa per la propria promozione, mentre foto e commenti campeggiavano sui media e sui canali social.

Redazione Nurse Times

Fonte: Il Mattino

 

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