Napoli, a casa 120 precari tra infermieri e oss: caos all’Ospedale del Mare

Gli interessati non ci stanno e preparano un sit-in, ma il commissario dell’Asl Na1, Ciro Vrdoliva, è perentorio: “Sapevano che il loro contratto era a termine”.

La prima a restare a casa è stata una donna. Contratto scaduto ed esaurite anche le proroghe semestrali che aveva ottenuto, ha restituito il tesserino magnetico. A breve seguiranno lo stesso percorso 120 tra infermieri e operatori sociosanitari che lavorano all’Ospedale del Mare. Personale che ha garantito l’inaugurazione del nosocomio e l’apertura dei vari reparti. Per tutti loro il campanello di allarme è stata la lettera inviata da Ciro Verdoliva, commissario straordinario dell’Asl Napoli 1, al direttore sanitario.

Verdoliva lo invita a procedere alla programmazione delle ferie del personale con contratto a tempo determinato con scadenza nell’anno in corso. Il segnale che per molti, se non per tutti, l’esperienza nel presidio ospedaliero della periferia orientale di Napoli volge al termine. La Asl, infatti, ha intenzione di reclutare i nuovi infermieri per gli ospedali, compreso quello del Mare, attingendo alla graduatoria che risulterà dal concorso bandito dal “Cardarelli” tempo addietro – ai vertici dell’azienda sanitaria locale c’era ancora Mario Forlenza – e ora alle battute finali.

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I migliori 60 saranno assunti dal “Cardarelli”. Gli altri, fino a esaurire la platea di circa 1.800 idonei, entreranno nelle varie strutture dell’Asl e nell’Ospedale del Mare. Prenderanno il posto, dunque, anche dei 120 precari, tra infermieri e operatori sociosanitari che, quattro anni fa, risposero a un avviso pubblico dell’ospedale “Ruggi d’Aragona” di Salerno e furono poi dirottati sul nascente nosocomio napoletano. Questi ultimi, però, promettono di vendere cara la pelle prima di rassegnarsi ad andare via. E alcuni hanno già attuato una strisciante protesta, rifiutando, per esempio, lo straordinario.

I precari rivendicano di avere svolto un ruolo indispensabile per il decollo della nuova struttura. «Qui dentro

– dice Attilio Monaco, che lavora in Medicina e ha quasi trent’anni – abbiamo fatto di tutto. Persino il facchinaggio, perché abbiamo materialmente portato e spostato arredi e attrezzi. Solo grazie a noi, oggi, molti reparti restano aperti». Caso emblematico è il Pronto soccorso: «Ci sono solo otto infermieri, che accumulano ogni mese molte ore di extra, senza le quali non so come andrebbe avanti l’ospedale. Ora ci chiedono di consumare le ferie perché non ci rinnovano il contratto. A parte che, se davvero ci mettessimo in ferie, l’ospedale chiuderebbe, ci chiediamo quale senso abbia una simile operazione, dal momento che c’è carenza di personale».

Il sogno nel cassetto di questi precari è di raggiungere i 36 mesi di contratto a tempo determinato, proroga dopo proroga, e di puntare poi alla stabilizzazione. Oppure auspicano un concorso bandito dalla Asl con posti riservati a chi abbia già svolto attività a tempo determinato. Chiedono dunque soluzioni alla Regione e preparano un sit-in davanti alla sede della Giunta regionale.

Verdoliva, però, gela le aspettative: «Queste persone sono entrate all’Ospedale del Mare con un contratto a tempo determinato. Scaduto il tempo, è finito il contratto. Non si può pretendere la continuità; io faccio l’amministratore della cosa pubblica e devo attenermi alle regole e alle norme. Se dovessi avere necessità di qualche mese, nelle more dell’espletamento del concorso del “Cardarelli”, valuterò una proroga, ma certo non posso non assumere chi risulterà idoneo a seguito di quel concorso per confermare nel suo posto di lavoro chi, quando ha iniziato, era ben consapevole che il suo era un contratto a termine».

Redazione Nurse Times

Fonte: Corriere del Mezzogiorno

 

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