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Mimma Galasso (CNAI Brindisi): le mie speranze per un 2016 all’insegna della buona Sanità

Di regola, alla fine di ogni anno si tirano le somme della propria vita personale, di quella lavorativa, delle amicizie, di ciò che vogliamo tenere e di ciò che merita di essere eliminato” riportiamo qui di seguito il discorso di chiusura della vicepresidente CNAI Brindisi Mimma Galasso.

“Ho da eliminare qualcosa? In linea di massima direi no: ho pochissime amicizie con la A maiuscola, quelle che sai che ci saranno sempre in qualunque momento e circostanza e che sanno che ti troveranno sempre; ho tantissimi amici che stimo e rispetto ed in questo sono ricambiata. Se fosse possibile l’unica cosa che vorrei eliminare e l’Alzheimer che mi sta portando via mia madre, ma pare che i veri credenti dicano che “il Signore dà i dolori a chi è in grado di sopportarli”; a me sembra una boiata, ma stringo i denti e vado avanti, e tutto sommato da un punto di vista personale e famigliare sono serena.

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Da un punto di vista professionale? Teoricamente lo dovrei essere, faccio un lavoro che amo, e che risceglierei se tornassi indietro, sto avendo le mie gratificazioni personali, nel mio ruolo di facenti funzioni in medicina ormai da 9 mesi apprezzano il mio impegno, sono diventata Consigliera di fiducia dell’ASL e in questo ruolo si può intervenire all’interno dei disagi e delle conflittualità dei dipendenti ed attraverso un’analisi dell’organizzazione studiare e proporre soluzioni. Ma in tutto ciò si può solo usare il condizionale perché la realtà e diversa.

Per chi vive la corsia la realtà sta diventando un incubo, io ho detto che amo il mio lavoro ma materialmente non ho il tempo per fare il caposala in quanto faccio giro letti ed igiene dei pazienti al mattino quando l’ausiliario è da solo, sostituisco gli infermieri malati, nei turni pomeridiani e qualche volta notturni, quando non posso togliere l’ennesimo riposo ai pochi infermieri in servizio, mitigo la rabbia dei parenti quando prima di veder arrivare un infermiere devono attendere molto ed alle volte quando arriva, a dir loro, è sgarbato e nervoso.

E come si può essere sorridenti quando si lavora sotto organico, senza OSS, con pochi ausiliari, senza poter godere dei dovuti riposi o prendere le ferie, o veder pagate le ore in più che si è costretti a fare proprio per quel paziente che ci vede sgarbati o nervosi?

Malgrado il mio aspetto docile e tranquillo sono caparbia e testa dura come un buon toro di razza, ed ho sempre messo per iscritto le criticità e le ho denunciate a direttori di presidio, D.G., CUG, organizzazioni sindacali tutte, l’unica risposta mai per iscritto però, è che non c’è personale e non si può assumere, forse si farà qualcosa circa la figura dell’OSS ma non per gli infermieri.

Allora cresce il mio senso di impotenza e frustrazione, ma come non si possono spendere risorse economiche sulle risorse umane? ma possibile che non riescano a capire che è la spesa principale sul quale investire perché nel tempo permette di risparmiare su tutto? risparmio sulle malattie, sull’’assenteismo, sugli infortuni, sugli errori, sulle denuncie, sui risarcimenti dei danni causati, si avrebbe più tempo da dedicare al paziente, ci guadagnerebbe l’immagine aziendale della stessa sanità pugliese che vedrebbe anche una riduzione del tasso di fuga dei pazienti che vanno a curarsi al nord.
Un augurio per il prossimo anno? ne ho due anzi tre.

Il primo: spero che il nostro presidente regionale Emiliano ed a scendere tutti i D.G. capiscano che se non sono ben salde le fondamenta il castello crolla, e le fondamenta del sistema sanitario non sono le strategie, il management e quant’altro, ma gli uomini, i dipendenti che lavoreranno bene e di più se sono sereni e gratificati da quello che fanno, se possono essere coinvolti nella mission aziendale, se possono vivere all’interno di organizzazioni in cui vige realmente una cultura del benessere, che guarda prima all’uomo e poi al lavoratore, e non quando essi sono utilizzati unicamente come manodopera a cottimo.

Il secondo è per la FNC IPASVI, anche in questo caso bisogna pensare alle fondamenta, e prima ancora di rifare esternamente la facciata della professione, pensare e rispettare il contenuto. Non è il passaggio da Collegio a Ordine che mi farà rispettare e riconoscere professionalmente da medici e società. Ed è vero anche che molti infermieri sono veri e propri specialist che meritano tutto il riconoscimento e rispetto possibile. Ma li rispetto di più se permetto loro di essere iscritti all’Ordine degli Infermieri, o se riesco a tirarli fuori in quanto laureati dal comparto e metterli nella dirigenza insieme a tutti gli altri laureati? O la nostra è una laurea di serie B?

Il terzo è per i sindacati tutti nella speranza che aiutino la professione infermieristica in quanto tale, battendo i pugni sui tavoli che contano per farci avere riconoscimenti contrattuali degni di questo nome, che in nome di una correttezza e rispetto di tutti i professionisti permettano quella mancata “spalamatura” di personale, che ad oggi c’è stata in minima parte dai presidi disattivati a quelli che invece lavorano in affanno.

Sogno? Non lo so .. ma è così bello. Vi prego fatemi sognare.
Auguri di buon anno a tutti”

Redazione Nurse Times

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