Dopo aver studiato anni sui libri di Medicina, arrivano i problemi per i giovani camici bianchi: la specializzazione. Oggi il post-laurea sembra un percorso a ostacoli, tra ritardi burocratici, poche borse disponibili e poi l’assegno, che spesso non permette a chi non ha altre entrare di lavorare e vivere nelle grandi città.
Un esempio è la storia di Federica Bennardo, 27 anni, originaria di Salerno, ma da otto anni a Milano, dove si è laureata in Medicina grazie a una borsa di studio alla Bicocca. “Lo scorso anno ho fatto il test per il concorso per le scuole di specializzazioni – racconta all’Adnkronos Salute -, che è andato anche bene. Ho superato il concorso per la specializzazione in Medicina legale: non la prima scelta, ma avrei voluto provare per capire la vita di reparto, una cosa che non ti spiegano quando studi Medicina, ma si deve essere lungimiranti e capire se quella specializzazione fa al caso tuo e io avrei voluto provarci. Ho deciso di non entrare: a Milano c’è una bolla immobiliare pazzesca e i soldi della borsa di specializzazione non bastano”.
Perché Milano e non una altra sede per la specializzazione? “La formazione a Medicina a Milano è molto buona e avrei voluto continuare il percorso dove mi sono laureata”, dice Bennardo, che alla domanda se la sua situazione è comune ad altri colleghi risponde che “è molto diffusa, poi certo c’è chi è aiutato dai genitori”. E conclude: “Chi lavora a Milano, Torino, Firenze e Roma ha questo problema. Sono città che con la sola borsa di studio della specializzazione ti permettono solo di sopravvivere, e non di vivere”.
Redazione Nurse Times
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