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Meningite in Toscana, profilassi e Istituzioni – alcune considerazioni

Assessore Regionale al Diritto alla Salute Stefania Saccardi

Ancora un caso di meningite meningococcica in Toscana. Da gennaio 2015 è salito a 31 (delle quali 26 da meningococco C) il numero di persone – in maggioranza adolescenti e giovani adulti – colpite dall’infezione batterica. L’ultimo in ordine di tempo riguarda uno studente di 23 anni che risiede a Pisa. Il giovane, di origini sarde, è ricoverato all’Ospedale Cisanello (Pisa). Nei giorni scorsi sono state attivate dalla Asl 5 le misure sanitarie necessarie per effettuare una profilassi a tutte le persone che sono entrate in contatto con il ragazzo: dalla nota dell’Asl si evince che “il giovane studente era presente al cinema Odeon di Pisa il 4 settembre, allo spettacolo delle 21.45, alla proiezione del film “I Minions”, che ha frequentato anche le diverse sedi della mensa universitaria (via Betti il 29 agosto e quella centrale dall’1 al 4 settembre), il ristorante “Le Scuderie” di Pisa il 28 agosto e il pub “Bulldog” di Pontedera il 30 agosto”.
L’episodio precede di pochi giorni il ricovero di una tredicenne piemontese, che si trovava in vacanza a Lido di Camaiore (Lucca), ricoverata all’Ospedale Meyer di Firenze. Anche in questo caso sono state attivate tutte le procedure di profilassi da parte della Asl 12 di Viareggio.

Visti i molti casi da inizio anno, la Regione Toscana da questa primavera ha promosso una massiccia campagna di vaccinazione contro il meningococco di tipo C. Dopo i primi mesi di adesione, in cui probabilmente c’era ancora uno strascico di “panico fisiologico” dati i casi di inizio anno, la campagna ha subìto un netto calo, e al 31 agosto sono state effettuate solo 130mila vaccinazioni. Basti pensare che in Toscana i giovani fra gli 11 e 20 anni (la “prima fascia gratuita” a cui era destinato il vaccino) sono circa 300mila, mentre le persone di età compresa fra i 21 e i 45 anni (l’ulteriore “seconda fascia” a cui era stato messo a disposizione gratuitamente il vaccino) sono oltre 600mila (dati estrapolati da il tirreno.gelocal.it).
Dati alla mano, poco meno del 15% delle persone ha risposto all’appello.

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Che cosa è andato storto?
“La Toscana – riprendendo le affermazioni del dottor Francesco Menichetti, primario di malattie infettive all’Ospedale Cisanello di Pisa – non ha mai vissuto un’epidemia di meningite di questa entità. Ci fu 10 anni fa, ma più contenuta, con il ceppo B, e fu debellata con una vaccinazione a tappeto”.
Anche l’Assessore Regionale al Diritto alla Salute Stefania Saccardi si è prodigata con un appello per continuare a ricorrere al vaccino: “I due casi recenti di meningite da meningococco C riportano l’attenzione sull’importanza di vaccinarsi. E quindi voglio rivolgere il mio appello a tutti i ragazzi tra 11 e 20 anni, e naturalmente ai loro genitori: vaccinatevi! La vaccinazione gratuita è estesa anche alle persone tra 21 e 45 anni che vivono nelle Asl in cui si è verificato un caso di meningite da meningococco C e vogliono vaccinarsi. Niente allarmismi, ma la consapevolezza che la vaccinazione è un atto terapeutico molto semplice e senza alcuna complicazione, che protegge chi la fa e tutta la comunità”.


Il Deputato e responsabile nazionale della sanità del PD Federico Gelli già a marzo aveva promosso un’interrogazione parlamentare in merito a questa escalation di casi di meningite (per leggere il testo integrale dell’interrogazione www.quotidianosanita.it) senza ricevere risposta dal Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.

Le forze in campo, sia politiche che sanitarie, sono schierate da mesi; la questione non è sicuramente un problema di partito politico ma, come tutti i problemi sociosanitari, riguarda l’intera popolazione e va oltre a ogni “colore”. Un’epidemia di questa portata era già stata debellata 10 anni fa con vaccinazioni a tappeto,e allora perché questa campagna non ha dato i frutti sperati? Si potrebbe ipotizzare un errore nei canali di comunicazione, ma in realtà sono mesi che tutti i quotidiani più importanti a livello regionale e le pagine regionali dei quotidiani nazionali danno risalto alla notizia. Niente di tutto ciò è passato, per così dire, sottotraccia.
Si potrebbe allora ipotizzare il cosiddetto “movimento antivax” che, con campagne informative poggiate sul nulla, è riuscito negli anni ad accaparrare consensi e proseliti? Non sembra questo il caso, anche perché la musica da quella parte non cambia mai: “i vaccini fanno venire il cancro, i vaccini rendono i bambini autistici ed è tutta colpa delle case farmaceutiche” sono ritornelli che ci accompagnano da decenni e ormai, per rimanere in tema, la maggior parte di noi è immune a tutto ciò.

A mio avviso il problema è un altro: la sempre presente sfiducia generale nelle Istituzioni sta coinvolgendo da molti anni anche il Sistema Sanitario Nazionale, e tutta questa “messa in discussione a priori” sta letteralmente affossando ogni intervento in campo sociosanitario e, come si evince dalla situazione delle vaccinazioni in Toscana per quanto riguarda la meningite meningococcica, ora sta coinvolgendo anche le campagne di prevenzione. E il problema coinvolge soprattutto le fasce più giovani, che “nascono” già con questa forma mentis.
L’estrema dietrologia sta prendendo il sopravvento e finché non si invertirà questa rotta, la posizione della popolazione rimarrà sempre la stessa, anche per argomenti delicati come quello riguardante la prevenzione. Ad un ritmo del genere, senza troppi catastrofismi, si arriverà ad una deriva in cui ci sarà la totale indifferenza per tutte le affermazioni dei vari rappresentanti delle Istituzioni nazionali e locali.

Controllare sempre le fonti delle informazioni e ragionare criticamente sono due passi fondamentali da fare per tornare in carreggiata come cittadini che vivono in una comunità. In fondo le Istituzioni sopravvivono se ci sono degli utenti a cui fornire dei servizi, e di contro gli utenti utilizzano le istituzioni per andare avanti all’interno della comunità. Un po’ di cultura del sospetto, visti i molti scandali che coinvolgono il nostro Paese, è giusta e per così dire “fa bene” a tutti, ma ciò non deve sfociare in un totale disinteresse istituzionale.

Chiudendo, per riprendere le parole dell’Assessore Saccardi, Niente allarmismi, ma la consapevolezza che la vaccinazione è un atto terapeutico molto semplice e senza alcuna complicazione, che protegge chi la fa e tutta la comunità.

Per ulteriori informazioni in merito collegarsi al sito www.regione.toscana.it

L’appello dell’Assessore Saccardi www.quotidianosanita.it

Marco Parracciani

Redazione Nurse Times

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