Introduzione di Giuseppe Papagni
Un importante contributo editoriale del presidente del collegio Ipasvi di La Spezia, Francesco Falli, in un momento di grandi cambiamenti per la sanità italiana nella sua organizzazione del lavoro, e il rilancio delle competenze specialistiche per gli infermieri, una grande opportunità che potrebbe rilanciare l’intero sistema salute. L’esperienza di Marta Luise che conclude il suo percorso formativo con un master in vulnologia, un bagaglio culturale/professionale che potrebbe essere capitalizzato da questa nostra sanità, attraverso il riconoscimento delle competenze specialistiche degli infermieri, le stesse che vengono eseguite diligentemente e professionalmente giornalmente dagli infermieri italiani, ma che non ricevono un riconoscimento contrattuale.
Di seguito l’esperienza di Marta Luise:
“Lo scorso anno IPASVI la Spezia ha premiato in assemblea ordinaria la Collega Marta Luise per il suo 110/lode della triennale, come facciamo da tempo con chi raggiunge il massimo dei voti, a ”chiusura” di un percorso formativo che spesso è solo….l’antipasto.
Oggi, a conferma del concetto, è tornata Marta per presentarci il suo lavoro di tesi, per l’appena concluso Master di 1 livello in wound care
.A Marta, che ha discusso la tesi con la nota e bravissima Collega fiorentina Laura Rasero, mille auguri: e l’offerta di essere nostra docente a breve, in un evento che costruiremo per e con lei ed altri Colleghi con “competenze avanzate”, come crediamo sia nostro dovere e impegno. E complimenti a tonnellate.
E per noi, personale piacere di conoscere questi casi, che – diciamolo francamente – sono la parte per la quale stiamo in Collegio, così come stiamo in Collegio per il grande piacere di condividere con tanti altri Colleghi italiani l’orgoglio professionale e la voglia di affermare la importanza e bellezza di una professione indispensabile e preziosa.
Ma anche la rabbia, e il grande sconcerto, di vedere professionalità così preziose (in generale, ed in certi casi specifici, come questo) non raccolte dal sistema sanitario nazionale: che non comprende, ad esempio, in tempi di grandi risparmi e di obbligate contrazioni della spesa, quanto bene farebbe anche in termini economici contare sulle ”competenze avanzate”.
Lo abbiamo detto fino alla nausea: gli Infermieri possono fare la differenza,e gli Infermieri con competenze avanzate non vogliono fare i piccoli medici; non rubano e non sottraggono le competenze agli altri.
A Marta, che con i suoi 23 anni è la più giovane Infermiera italiana con master in vulnologia, l’augurio, reale, concreto, gridato di ”vivere attivamente” il cambiamento. Proprio come il nostro amico piemontese Massimo Rivolo, Collega noto ed esperto per le sue grandi competenze in questo campo, capita già oggi di fare.
Per ora, purtroppo, Massimo lo vive in Gran Bretagna, mentre avrebbe potuto benissimo fare le stesse cose anche nel suo Paese.
Ma per colpa di una assurda politica sanitaria nazionale, quella stessa che ”stranamente” non applica la Legge 43 del 2006, e che vive come un problema le opportunità di sviluppo delle professioni sanitarie, potenzialmente offerte dal ”comma 566”, Marta per ora deve accontentarsi del riscontro del suo Collegio…”
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