Mancano 60 mila infermieri, ma i nostri reclutati in UK. DPCM precari in G.U.

E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.94 del 23.04.2015 il DPCM che permette la stabilizzazione di lavoratori precari del Servizio Sanitario Nazionale

E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.94 del 23.04.2015 il DPCM che permette la stabilizzazione di lavoratori precari del Servizio Sanitario Nazionale.

Con il provvedimento, fortemente voluto dal Ministro Lorenzinsi legge in una nota del ministerosi apre una nuova fase per infermieri, medici e altro personale con contratto di lavoro a tempo determinato che da anni garantisce la continuità nella erogazione delle prestazioni di cura e assistenza sanitaria dei cittadini…Spetterà ora alle singole aziende sanitarie avviare i concorsi riservati

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E’ un’altra promessa mantenuta ha detto Lorenzinun segnale importante per migliaia di lavoratori della sanità, sui quali il Servizio Sanitario Nazionale fa quotidianamente affidamento. Il Governo ha fatto la sua parte in quello che ritengo un primo passo fondamentale. Auspico che adesso i bandi dei concorsi riservati siano pubblicati con massima celerità. Il Ministero seguirà adesso con grande attenzione la fase attuativa, affinché i lavoratori possano trovare al più presto stabilità nella loro attività professionale”.

Ma vediamo i primi 4 articoli del DPCM.

art. 1 Ambito di applicazione

Il decreto disciplina le procedure concorsuali riservate per l’assunzione presso gli Enti del Servizio Sanitario Nazionale, e prevede specifiche disposizioni per il personale dedicato alla ricerca. Le procedure concorsuali sono riservate al personale del comparto sanità e a quello appartenente all’area della dirigenza medica e del ruolo sanitario.

Art. 2 Procedure concorsuali riservate

Gli Enti, entro il 31 dicembre 2018, possono bandire procedure concorsuali, per titoli ed esami, per assunzioni a tempo indeterminato del personale.
I concorsi sono riservati al personale in possesso dei requisiti di cui all’art. 1, commi 519 e 558, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e all’art. 3, comma 90, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, nonché al personale che alla data del 30 ottobre 2013 abbia maturato negli ultimi cinque anni, almeno tre anni di servizio, anche non continuativo, con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato, anche presso enti del medesimo ambito regionale diversi da quello che indice la procedura.

Art. 3 Limiti per l’attuazione delle procedure concorsuali
Le procedure concorsuali sono avviate, fermi restando gli obiettivi di contenimento della spesa complessiva di personale previsti dalla legislazione vigente, a valere sulle risorse finanziarie assunzionali relative agli anni 2015, 2016, 2017 e 2018, anche complessivamente considerate, nel rispetto della programmazione del fabbisogno, nonché, a garanzia dell’adeguato accesso dall’esterno, nel limite massimo complessivo del 50 per cento, in alternativa a quelle di cui all’art. 35, comma 3-bis , del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 o in maniera complementare purché nel limite della predetta percentuale. L’avvio delle predette procedure tiene altresì conto di quanto previsto in materia di blocco automatico del turn over, nonché, per le regioni soggette ai piani di rientro, dei differenti regimi e vincoli assunzionali previsti dai piani medesimi.
Per le Regioni soggette a piano di rientro dal deficit sanitario resta fermo quanto previsto dall’art. 4-bis del decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158 convertito con modificazioni dalla legge 8 novembre 2012, n. 189.
Le graduatorie definite in esito alle medesime procedure sono utilizzabili, in ambito regionale, per assunzioni nel quadriennio 2015-2018 a valere sulle predette risorse.

Art. 4 Proroga dei contratti a tempo determinato

In relazione al proprio effettivo fabbisogno, alle risorse finanziarie disponibili e ai posti in dotazione organica vacanti indicati nella programmazione triennale, gli Enti possono prorogare i contratti di lavoro a tempo determinato del personale interessato ai nuovi bandi concorsuali previsti dal decreto, sino all’espletamento delle procedure concorsuali e comunque non oltre il 31 dicembre 2018.

In allegato il Testo del DPCM

Non ci resta che sperare nell’avvio imminente da parte delle regioni italiane di concorsi pubblici, ovviamente le più virtuose potranno, mentre per le regioni in piano di rientro si fa riferimento alla legge n. 189 del 8/11/2012.

Ma qual’è la reale situazione occupazionale infermieristica in Italia? Si calcola che in Italia manchino almeno 60mila infermieri, ma gli ospedali sono bloccati, mentre cresce la libera professione. E intanto diverse migliaia di infermieri sono a spasso, disoccupati. Quella dell’infermiere è una professione ritenuta ad elevata utilità sociale, ma maltrattata sotto diversi punti di vista: faticosa, sottopagata, per niente garantita. Crescono i pazienti, soprattutto di età avanzata, si moltiplicano i turni, e all’orizzonte compaiono le cooperative, che spesso peggiorano le condizioni di lavoro degli operatori.

Quindi bisogna far presto…prima che i nostri infermieri vengano tutti reclutati in UK o Germania, e visto il loro apprezzamento professionale come rivela “La Repubblica”, la Gran Bretagna ha avviato una delle più corpose campagne di reclutamento degli ultimi anni, PREVEDENDO almeno altre 20 mila assunzioni entro il 2016. Considerando che:

  • il salario lordo di un infermiere appena assunto in UK si aggira intorno ai 21-28 mila sterline
  • 7 mila sterline annuo lordo l’aumento previsto dopo 8 anni di servizio in UK

…c’è il rischio di trovarsi senza infermieri!

Quindi l’Italia eccelle nella formazione di infermieri, ma non è così lungimirante, non investe in sanità non riuscendo a garantire più occupazione infermieristica che significherebbe anche essere garanti verso la salute dei propri cittadini come dimostra lo studio RN4CAST pubblicato sulla rivista “The Lancet” .

Come rivelano alcuni dati OCSE, in Italia ci sono 6,6 infermieri ogni mille abitanti, meno rispetto agli altri paesi, considerando che 8,4 è la media europea:

  • 9  della Francia e del Regno Unito,
  • 11,5  della Germania,
  • 17,4 della Svizzera (il paese più dotato)

Non solo. In Italia gli infermieri sono pochi anche rispetto ai medici: ci sono 1,6 infermieri per medico contro i 2,8 della media OCSE e i 4,5 del Giappone. 

Quindi ministro Lorenzin, oltre a dotarci del DPCM a garanzia dei precari, saranno realmente avviate le assunzioni che garantiscano ai cittadini di essere tutelati secondo quanto previsto nell’art. 32 della Costituzione?

Ministro Lorenzin con questi numeri siamo ancora in grado di garantire la salute ai cittadini?

…attendiamo risposte!!

Giuseppe Papagni

Giuseppe Papagni

Nato a Bisceglie, nella sesta provincia pugliese, infermiere dal 94, fondatore del gruppo Facebook "infermiere professionista della salute", impegnato nella rappresentanza professionale, la sua passione per l'infermieristica vede la sua massima espressione nella realizzazione del progetto NurseTimes...

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