L’ultimo saluto al collega Giuseppe Serpetti, morto nel tragico schianto di Campo Felice

Giuseppe Serpetti, Infermiere del 118 è morto ieri nel tragico incidente di Campo Felice. Come migliaia di volte accaduto in passato era partito per una missione di soccorso in alta quota. A bordo di un elicottero del 118 ha sacrificato la propria vita per aiutare uno sciatore ferito.

Giuseppe Serpetti, Infermiere del 118 è morto ieri nel tragico incidente di Campo Felice. Come migliaia di altre volte era partito per una missione di soccorso in alta quota. A bordo di un elicottero del 118 ha sacrificato la propria vita per aiutare uno sciatore ferito.

Giuseppe non avrebbe mai immaginato che quella sarebbe stata la sua ultima missione.

Il team di soccorso, dopo aver trasportato l’infortunato Ettore Palanca a bordo del velivolo, è andato incontro alla morte in un fatale incidente.

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Di seguito riportiamo le testimoanianze dei colleghi e amici di Giuseppe.

Stefania Bufacchi

Ciao Peppo’, così ci piaceva chiamarlo e così lo chiamavano tutti per via della sua statura. Era prima di tutto un padre esemplare che viveva dell’amore dei suoi figli e della sua adorata moglie. Colto, raffinato nel parlare con il suo accento lievemente romano, sempre disponibile verso gli altri e con una sensibilità spiccata! Che dire? Lascia insieme agli altri un vuoto incolmabile. Se ne andato silenziosamente così come ha sempre vissuto! Ciao Peppo’.

Alessandra Sebastiani

“Non mento quando dico queste cose e non lo dico solo perché lui ora non c’è più. È davvero quanto accadeva.

Peppe si rivelò subito una persona unica, una di quelle che ti fa morire dal ridere per un’intera giornata, una di quelle con cui non ti annoi mai e una di quelle persone che se la conosci ti entra dentro. Poi lo vidi lavorare sul campo.

Peppe, Peppone o Serpico come tutti usualmente usavano chiamarlo sapeva sempre cosa fare e come intervenire.non era solo una bella persona dal lato umano era un infermiere professionale con lode.tutto questo faceva di lui una di quelle persone che si incontrano raramente nella vita. Mi resi subito conto di questo.

Peppe ci faceva ripassare il bls o il blsd quando poteva, e poi quando venne attivato il servizio di elisoccorso lui fu tra il personale qualificato che venne spostato in quel contesto. Ma era inevitabile per una persona in gamba come lui.

E insieme a questi ricordi in 118 tante belle serate insieme a lui e gli altri volontari di croce rossa.quante risate.
dn le dimentichero’ e non lo dimentichero’mai.sono stati anni bellissimi che mi portero’sempre nel cuore, cosi come le persone che ho conosciuto in croce rossa e in 118.

Poi quel fatidico 6 aprile 2009…

…le nostre vite vennero scombussolate. Io fui trasferita a Pomezia per via del lavoro con la sede inagibile a l’aquila e poi rimasi incinta del mio cucciolo. A malincuore lasciai il volontariato e persi di vista un po’ tutti.

Lui nel frattempo aveva incontrato il suo amore che so essere stata una volontaria di croce rossa come me e con lei anche la nascita della sua primogenita.
Con Peppe ci siamo rivisti 3 o 4 volte in tutto dopo il terremoto.

Una volta purtroppo per una cara amica comune che è venuta a mancare qualche anno fa e poi, ricordo l’ultima volta in particolare, di qualche mese fa.

Io ero con mio figlio più piccolo appena usciti dall’ospedale per una visita e Peppe che era a fare colazione in un bar li vicino probabilmente per uno smonto notte.

Gli chiesi se fosse ancora al 118, lui mi disse di si. Intanto aveva avuto un altro bimbo e per questo forse avrebbe voluto una vita un po’ più tranquilla. Le notti, l’elisoccorso, credo si riferisse a questo.

Ora aveva una famiglia e non era più solo come prima.

Ma a quanto pare il suo lavoro era la sua passione e la sua vita perché quel giorno lui era lì sopra quell’elicottero insieme al resto dell’equipe pronto a salvare chiunque ne avesse avuto bisogno.

Caro Peppe non ti dimenticherò. Sei nel mio cuore. Da lassu’ veglia per tua moglie e i tuoi cuccioli perché ora ne hanno tanto bisogno.

Eugenio Botta

Io ho conosciuto Peppe in una situazione particolare. Una mia amica ebbe un attacco epilettico improvviso e lui venne a fare il soccorso presso la sua abitazione.

Parlammo un po’ del più e del meno e si vedeva che era una gran brava persona già dai suoi modi di approcciarsi al paziente, abbiamo parlato una mezz’ora sulle possibili cause dell attacco epilettico e insieme abbiamo convinto la mia amica ad andare in ospedale per gli esami di rito (eeg, ematici). Posso dirle che era una brava persona è un gran lavoratore.

Tania Battista

Buonasera. Il dispiacere è grande per la scomparsa del nostro caro collega…Io ho avuto il piacere di lavorare in turno insieme a lui a Roma, al San Filippo Neri, in SPDC dove lui lavorava già da qualche anno. Era il classico gigante buono… che a vederlo incuteva timore e invece aveva un cuore grandissimo!!!

Riusciva ad instaurare un bel rapporto con i pazienti psichiatrici e soprattutto era molto protettivo con noi colleghi (io infermiera alla prima esperienza lavorativa…Lui il mio “angelo custode” sempre pronto ad intervenire).il suo desiderio era comunque ritornare in Abruzzo, di andare al 118 e intervenire in elicottero.

La redazione di Nurse Times esprime profondo cordoglio ai famigliari delle vittime dell’incidente aereo.

Simone Gussoni

Dott. Simone Gussoni

Il dott. Simone Gussoni è infermiere esperto in farmacovigilanza ed educazione sanitaria dal 2006. Autore del libro "Il Nursing Narrativo, nuovo approccio al paziente oncologico. Una testimonianza".

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