BOLOGNA – Un mostrare i muscoli senza costrutto: quanto sta accadendo in Emilia Romagna assume sempre più i connotati di una “guerra” ideologica e di posizione che rischia di impoverire la qualità del servizio erogato, sino ad ora, ad altissimi livelli. La decisione dell’Ordine dei medici di Bologna di sanzionare, con la sospensione, qualunque medico, a prescindere dal ruolo svolto, che renda possibile la presenza di infermieri sui mezzi di soccorso, anche se in stretto collegamento e in rete con i medici del 118, è l’ultimo episodio di una “guerra di posizione” che la presidente della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi, Barbara Mangiacavalli, non esista a definire “preoccupante”.
E se da una parte la presa di posizione dell’Ordine dei Medici rischia di minare la programmazione e la gestione della sanità regionale e la qualità del servizio erogato, dall’altra a giudizio della Mangiacavalli, contraddice “non solo modelli ormai riconosciuti in molte altre Regioni efficienti, ma anche la delibera dell’Emilia-Romagna che ha stabilito la possibilità d’impiego degli infermieri in funzioni sanitarie ‘avanzate’ nell’emergenza-urgenza sanitaria, con protocolli estremamente dettagliati, senza invasioni di campo rispetto alle competenze dei medici, ai quali spetterà l’ultima parola nel caso in cui si presentassero interventi complessi o con margini di dubbio
”.Per la presidente della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi quanto sta avvenendo è l’ennesimo attacco al 118 bolognese da parte dell’Ordine dei medici che ha sospeso per 6 mesi il direttore sanitario dell’azienda Usl Angelo Fioritti, per aver “istigato l’esercizio abusivo della professione medica”. Il riferimento è rivolto all’attività degli infermieri che secondo l’ordine felsineo è svolta in violazione del codice deontologico medico. Questo è solo l’ultimo della serie di interventi rivolti a minare il soccorso 118 che invece si trova nel pieno rispetto delle norme regionali e nazionali e che riscuote grande apprezzamento nei cittadini.
La Mangiacavalli non esita a manifestare solidarietà ad Angelo Fioritti, ma rimarca la preoccupazione di tutti gli infermieri italiani per quanto accaduto, perché viene messa in discussione la professionalità degli infermieri stessi e l’organizzazione dell’emergenza sanitaria regionale. “Il messaggio dell’Omceo di Bologna si sta trasformando in una vera e propria spada di Damocle che pende sulla testa di chi segue le linee di programmazione e di organizzazione ormai universalmente riconosciute e adottate in molte realtà internazionali e, per guardare al nostro Paese, anche nella vicina Lombardia. Il tutto senza minacce o che si scatenino guerre intestine”. La presidente della Federazione auspica un intervento delle istituzioni perché se è vero che ogni Ordine è sovrano nelle sue scelte, “è altrettanto vero che è ormai in ballo la carriera e in buon nome di professionisti eccellenti per ragioni davvero lontane dalla loro reale professionalità”.
Salvatore Petrarolo
Foto: web
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