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Lecce, l’ambulanza va via e un 90enne muore: scatta la denuncia per omissione di soccorso

I famigliari dell’anziano chiedono alla magistratura di stabilire se l’età del paziente sia stato un criterio adottato dal 118 nella selezione degli interventi.

La vicenda risale ad alcuni giorni fa, ma solo ieri è diventata di dominio pubblico. A Lecce un 90enne, stando al racconto dei famigliari, si era rifiutato di alimentarsi e di alzarsi dal letto, pare a causa di un improvviso indebolimento delle sue condizioni fisiche. A quel punto la figlia avrebbe informato la dottoressa di famiglia, la quale avrebbe prescritto integratori e, per scongiurare la disidratazione, una soluzione fisiologica tramite flebo.

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Il medico avrebbe anche consigliato una consulenza da effettuare presso il Polo oncologico, dove si trova un apposito reparto per la nutrizione dei soggetti vulnerabili. Sempre la stessa dottoressa avrebbe suggerito poi di attivarsi rapidamente, dopo aver diagnosticato un quadro clinico compromesso e individuato gli estremi di una severa disidratazione. L’addetto al reparto indicato, a fronte di una richiesta di intervento della figlia, avrebbe tuttavia risposto che “non sarebbe stato possibile intervenire, dal momento che vi era la presenza di una lunga lista d’attesa”.

Poco dopo si è reso necessario richiamare il 118, che una volta giunto sul posto ha effettuato alcuni accertamenti, per poi andare via. Il giorno successivo la figlia ha chiamato nuovamente il 118 e gli operatori sono intervenuti, dichiarando la particolare gravità delle condizioni di salute disponendo il ricovero. Che però è durato poco, perché l’anziano è morto circa dieci minuti più tardi.

In seguito i famigliari hanno depositato una denuncia in cui si ipotizzano i reati di omissione di atti d’ufficio e omissione di soccorso, chiedendo di stabilire se l’età del paziente sia stato un criterio adottato dal 118 nella selezione degli interventi, al netto delle difficoltà di un presidio che nel periodo estivo raccoglie centinaia e centinaia di chiamate. Sarà la magistratura a stabilire se l’anziano poteva essere salvato e se il comportamento degli operatori sanitari sia stato viziato da qualche mancanza o negligenza.

Redazione Nurse Times

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