Queste possono essere causa di sintomi acuti, infezioni croniche e gravi complicanze a lungo termine per milioni di persone ogni anno, e le cui cure assorbono ingenti risorse finanziarie
Queste possono essere causa di sintomi acuti, infezioni croniche e gravi complicanze a lungo termine per milioni di persone ogni anno, e le cui cure assorbono ingenti risorse finanziarie. Un tempo note come “malattie veneree” e poi come “malattie sessualmente trasmesse”, nell’ultimo decennio sono state rinominate con il termine di Ist allo scopo di enfatizzare la sempre maggiore proporzione di casi caratterizzati da una modesta espressione clinica (es. Human papillomavirus, Hiv, Herpes simplex virus tipo 1 e tipo 2, Chlamydia trachomatis, Neisseria gonorrhoeae, Trichomonas vaginalis).
Come riporta l’Oms, oggi si conoscono oltre 30 diversi patogeni, tra batteri, virus, protozoi, funghi ed ectoparassiti, resposabili di Ist.
Funghi
Gli agenti responsabili delle Ist si trasmettono attraverso qualsiasi tipo di rapporto sessuale (vaginale, anale, orale) per contatto con i liquidi organici infetti (sperma, secrezioni vaginali, sangue, saliva). Inoltre, si possono trasmettere attraverso il sangue (es. trasfusioni, contatto con ferite, scambio di siringhe, tatuaggi, piercing) o con i trapianti di tessuto o di organi (Hiv, Hbv, Hcv, Sifilide), ed infine, per passaggio diretto dalla madre al feto o al neonato durante la gravidanza, il parto, o l’allattamento (es. Hiv, virus dell’epatite B, herpes genitale, sifilide, gonorrea, clamidia).
All’interno di una popolazione, la diffusione di queste infezioni ha un’evoluzione abbastanza caratteristica: nelle fasi iniziali è limitata a un gruppo ad alto rischio con elevati tassi di infezione e alta frequenza di partner sessuali (core group), poi si diffonde a una popolazione a rischio minore (bridging population) che rappresenta l’anello di congiunzione tra il core group e la popolazione generale (general population). La vulnerabilità alle Ist di determinate sottopopolazioni è influenzata soprattutto dalle condizioni socio-economiche e dai comportamenti sessuali. Questa situazione è ulteriormente complicata dalle interazioni tra ospite e patogeno.
Il quadro clinico delle Ist è spesso aspecifico, con segni e sintomi comuni alle diverse infezioni, i più frequenti dei quali sono:
I Cdc raccomandano per esempio che tutte le donne sessualmente attive effettuino a partire dai 26 anni un test annuale per la clamidia in considerazione che questa indagine può dimezzare l’incidenza della malattia. Indagini di laboratorio annuali per clamidia, sifilide, gonorrea e Hiv sono raccomandate anche a tutti i maschi omosessuali. Tuttavia, specialmente nei Paesi con basse risorse e alta diffusione di Ist, questo approccio è troppo costoso o non disponibile.
A partire dal 1990 l’Oms raccomanda, per i pazienti con segni e sintomi suggestivi di Ist, l’approccio sindromico che prende in considerazione l’associazione di più sintomi e segni utili per la diagnosi e che, oltre a essere scientificamente valido, offre l’opportunità di un intervento immediato ed efficace. Si basa su algoritmi e flowchart di orientamento alla diagnosi e al trattamento ed è più accurato della diagnosi clinica e meno costoso di quella di laboratorio. Ha comunque dei limiti: per quanto riguarda per esempio il sintomo più frequente di Ist nella donna, la presenza di secrezioni vaginali, ha bassa specificità in caso di infezioni da gonorrea o da clamidia e si associa al rischio di sovratrattamento delle altre forme di infezioni vaginali. Dovrebbe inoltre essere corretto in base alla prevalenza delle principali Ist nelle diverse aree geografiche.
Un notevole progresso nella diagnostica di laboratorio sarebbe offerto dalla disponibilità di test diagnostici rapidi e poco costosi proponibili come test di screening. La diagnosi di una Ist è più problematica durante l’adolescenza perché la malattia può essere asintomatica. Inoltre, lo stigma sociale e la difficoltà di accesso a servizi sanitari possono incidere negativamente sull’attitudine al controllo da parte degli adolescenti.
Il controllo e la prevenzione di queste infezioni rappresentano obiettivi prioritari di sanità pubblica, per vari motivi:
L’informazione e l’educazione si devono accompagnare comunque anche a misure di identificazione sia delle persone infette che non mostrano sintomi (per esempio con lo screening di alcune categorie, come le donne in gravidanza), sia dei loro partner sessuali.
Un problema cruciale è la gestione del partner sessuale del paziente con diagnosi accertata, allo scopo di mettere in atto interventi di screening e di trattamento delle Ist volti anche a limitarne la diffusione.
Oltre al trattamento dei sintomi, va messa in atto la prevenzione delle ricadute e la prevenzione della trasmissione delle Ist. Il trattamento delle Ist è un fattore cruciale per il controllo dell’infezione da Hiv. La cura tempestiva è molto importante, perché riduce l’infettività del paziente e limita i contagi (breaks the chain of transmission, secondo i dettami dell’Oms).
Redazione NurseTimes
Fonte: epicentro.iss.it
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