Le delibere della regione Lazio e l’infermiere “tuttofare”

Numerose le prese di posizione, le proteste degli infermieri sulle tre delibere (n° 124, 125, 126 del 24/03/2015) emanate dalla regione Lazio sui criteri di accreditamento per l’apertura e il funzionamento di “strutture residenziali e semiresidenziali e pubblicate sul Bur regionale. In queste delibere viene ufficializzato il ruolo dell’infermiere “tuttofare”, figura per certi versi già presente in molte strutture sanitarie dove sono mancanti le figure di supporto. Numerose le segnalazioni che giungono alla nostra redazione e che prontamente riprendiamo nei nostri articoli. L’esperienza di A. di Messina ne è l’esempio classico, ripreso nel nostro articolo “NURSETIMES. La voce degli infermieri italiani. Racconto di ordinario demansionamento…”  mette in luce tutte le criticità che quotidianamente vivono gli infermieri italiani.

Il testo delle delibere incriminato: “Le funzioni di OSS possono essere svolte da: a) infermieri; b) assistenti domiciliari e dei servizi tutelari (ADEST); c) operatori socioassistenziali (OSA); d) operatori tecnici ausiliari (OTA); e) assistenti familiari; f) persone in possesso del diploma quinquennale professionale nel settore dei servizi sociosanitari e titoli equipollenti; g) persone non in possesso dei titoli indicati, con documentata esperienza almeno quinquennale in strutture socioassistenziali residenziali o semiresidenziali o in servizi domiciliari nelle specifiche tipologie di utenza.”

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E ancora “Le funzioni di supporto all’attività dell’educatore professionale possono essere svolte, oltre che da educatori professionali, da: a) infermiere; b) operatori sociosanitari (OSS); c) assistenti domiciliari e dei servizi tutelari (ADEST); d) operatori socioassistenziali (OSA); e) operatori tecnici ausiliari (OTA); f) assistenti familiari; g) persone in possesso del diploma quinquennale professionale nel settore dei servizi sociosanitari e titoli equipollenti; h) persone non in possesso dei titoli indicati, con documentata esperienza almeno quinquennale in strutture socioassistenziali residenziali o semiresidenziali o in servizi domiciliari per le specifiche tipologie di utenza.”

Il dott. Francesco Saverio Proia, dirigente delle professioni sanitarie presso il Ministero della Salute impegnato in prima linea nel varo della “Cabina di Regia” e nella definizione delle “competenze specialistiche” uno dei primi ad intervenire sul tema, scrivendo al Direttore della Direzione Generale dell’Assessorato  alla Sanità del Lazio, dr.ssa Flori Degrassi ed al Responsabile della Cabina di Regia del SSR, dr. Alessio D’Amato della stessa Regione, evidenziando che le disposizioni “…de-professionalizzano gli infermieri facendogli svolgere mansioni di supporto ad altro laureato triennale qual’è l’educatore oppure sostituire operatori di formazione regionale in attività non proprie che può svolgere eccezionalmente ed in emergenza e non in attività ordinaria; fra l’altro se, come sia augurabile, queste strutture rispettassero i contratti, sarebbe un’operazione economicamente in perdita assumendo un laureato per svolgere funzioni inferiori”. Il dott. Proia invita gli organi della regione ad intervire sulle delibere.

La Dr.ssa Irene Galli, Infermiera specialista in aspetti giuridici e forensi, nella sua lettera indirizzata al direttore di Quotidiano sanità, Cesare Fassari, parla di provvedimenti che “feriscono profondamente la nostra dignità professionale”, delineando l’inquadramento giuridico della professione infermieristica che rientra nelle professioni intellettuali, descritte ampiamente negli art. 2229 e 2230 del Codice Civile. “….Per troppo tempo è stato permesso ad altri, che peraltro non sono infermieri, di mettere le mani nella nostra professione contribuendo alla confusione di vision che i cittadini hanno rispetto all’infermieristica e alla mancata identità professionale dell’infermiere sia in ambito interdisciplinare che multidisciplinare. Con questi provvedimenti si va contro a quello che dice la Legge dello Stato, perché si mette in comparazione la competenza di un infermiere con figure che sono di supporto; si va contro la professione infermieristica che per legge, per funzione sociale e per dignità professionale ogni giorno ventiquattro ore su ventiquattro si occupa, si prende in carico, il cittadino in qualsiasi tipologia di setting assistenziale…”

Anche la dott.ssa Ausilia Pulimeno presidente del collegio Ipasvi di Roma invia una lettera al presidente della regione Lazio, Zingaretti invitandolo ad intervenire con “la massima urgenza per ripristinare la correttezza delle deliberazioni…che ledono fortemente il profilo professionale degli infermiere mortificandone le competenze”, minacciandolo di intervenire anche per vie legali.

Noi ci auguriamo che tale scempio messo in atto contro la dignità degli infermieri venga quanto prima fermato, è avvilente leggere quelle delibere, oltrettutto partorite ed avallate da dirigenti che dovrebbero essere esperti e quindi informati su norme e profili professionali. Se tale “svista” fosse stata perpetrata nei confronti della classe medica?

Il mio invito ad avviare una fase nuova che riaffermi l’importante ruolo sociale dell’infermiere, attraverso campagne di sensibilizzazione rivolte ai cittadini. 

Ribadiamo la nostra ferma convinzione sulla necessaria ed urgente revisione di tali delibere, ringraziamo tutti coloro che hanno preso una posizione a favore degli infermieri

…non ci resta che attendere!

Massimo Randolfi

Massimo Randolfi

INFERMIERE: Nato a Bari, fondatore di Nurse Times e amministratore del gruppo Facebook "infermiere professionista della salute", la sua passione per l'infermieristica, l'informazione e per l'informatica lo porta ad essere l'anima tecnica del progetto www.nursetimes.org

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