Lazio, diffida di Nursing Up alla Regione: “Continua a non ascoltarci”.

Riceviamo e pubblichiamo una comunicazione di Laura Rita Santoro, responsabile regionale del sindacato infermieristico.

La Regione Lazio continua, come sempre, a non convocare il Nursing Up Lazio. La diffida dell’avvocato (vedi allegato) è un atto dovuto. Ormai la situazione è diventata insostenibile! Reputo la situazione vergognosa! In questo momento più che mai, dove i sanitari che rappresentiamo dovrebbero avere il loro portavoce specifico, anziché generico e generalistico. Io temo che ancora una volta, ragione per cui è nato il Nursing Up, i sacrifici, la professionalità, i rischi elevati, la devastazione psicologica degli operatori sanitari potrebbero essere utilizzati dai sindacati generalisti per accontentare tutti, indiscriminatamente. Certamente non è una lotta tra lavoratori, questa è una realtà, è la storica ingiustizia che esiste da sempre. Nursing Up non vuole togliere nulla a nessuno, ma pretende che venga riconosciuto il “premiante” a chi in questo periodo si è battuto, è stato sul campo, ha affrontato non senza paura il COVID e i suoi esiti. Oggi più che mai mi rifiuto di veder applicata la politica dell’appiattimento, vale a dire chi era nelle truppe senza armi, a combattere contro il COVID, e chi per una ragione o un’altra stava protetto e tutelato/a. La Regione Lazio si ostina a non volerci ascoltare, malgrado il Nursing Up stia crescendo fortemente e sia l’emblema delle necessità degli infermieri, ma anche di altri professionisti che ci guardano con interesse. Nel combattere contro il COVID molti professionisti e non hanno combattuto fianco a fianco, come non mai! Ma altri non c’erano, erano comunque altrove! Nursing Up Lazio non accetta l’appiattimento salariale. Sono con noi tutti i professionisti che si aspettano un “giusto e congruo riconoscimento”. La Regione Lazio deve dare un senso alle belle parole che si spendono in favore degli infermieri e degli altri operatori coinvolti e in prima linea, che affrontano l’emergenza coronavirus. Un atto dovuto! Non appoggeremo mai le proposte demagogiche, in cui si tenta di utilizzare le risorse per incentivare, a pioggia, anche chi non ha partecipato attivamente alla pandemia in atto. La politica ha stanziato risorse per il personale sanitario, specificamente per quel personale direttamente impegnato nelle attività di contrasto alla emergenza epidemiologica. Così recita il D.L n. 18 del 17 marzo 2020, che vogliamo sia rispettato e integrato con ulteriori risorse, in modo da concretizzare un reale e dignitoso riconoscimento per l’elevato sforzo e per le elevate competenze messe in campo dai professionistisanitari. Essere definiti “eroi e angeli” e i “grazie”, per altro graditi, che commuovono soprattutto il 70 % di quei soldati che affronta il COVID e che è donna, ma senza riconoscimenti tangibili, sa di presa in giro. Sono frasi atte a coprire un fattivo menefreghismo verso chi sta combattendo, uomini e donne. A molti di noi professionisti sanitari era fatto assoluto divieto di accedere nelle zone dov’erano gli amministrativi. Ora, dovendo parlare delle forme d’incentivo, non si può soprassedere. Redazione Nurse Times
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