Massimo Randolfi

La testimonianza di Alessio Gallotta, infermiere di bordo nelle missioni “SAR Search and Rescue” nel Mediterraneo

Alessio Gallotta, Infermiere di 26 anni originario di Portici, ha voluto condividere con i lettori di Nurse Times la propria esperienza lavorativa e di vita. Da luglio 2016 è professionista del Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta per il progetto PASSIM (primissima assistenza sanitaria in mare) finanziato con risorse del Fondo Asilo Immigrazione e Integrazione 2016-2021

Come descriveresti questa singolare esperienza lavorativa?

Condizioni e circostanze, quelle in mare, diverse rispetto a quelle che si hanno negli ospedali. Sono  necessarie un’ottima preparazione teorica e pratica, per avere chiaro a chi opera la tipologia di emergenza e per poterla gestire, controllando le emozioni e avendo quella lucidità utile a non farti commettere errori.

Advertisements


SCARICA LA TUA TESI


Qunato è durata questa tua esperienza?

La mia esperienza è durata per il tempo necessario a partecipare a 4 distinte missioni “SAR Search and Rescue” nel Mediterraneo, come unico infermiere di bordo sulle unità navali della Guardia Costiera italiana in équipe con un medico di bordo.

L’obbiettivo è stato il salvataggio e nella fattispecie, da parte mia, la rianimazione dei migranti che attraversano il mediterraneo, partendo con imbarcazioni precarie dal Nordafrica.

La nave Ubaldo Diciotti

La mia prima missione si è svolta nel mese di luglio 2016, a bordo delle motovedette SAR di classe 300, in forza al circo mare di Lampedusa.

Questi mezzi vengono definiti “ogni tempo”, in quanto riescono a navigare in qualsiasi tipologia di mare, avendo un baricentro che permette nel caso del capovolgimento dell’imbarcazione per avverse condizioni meteo, di ritornare in asse entro 15 secondi

Quali erano le attività che svolgevi?

Il mio compito, essendo in forza come unità sanitaria di bordo delle motovedette classe 300 era di stazionare a Lampedusa ed ogni qualvolta fosse arrivata una chiamata di soccorso alla guardia costiera, essere in grado di intervenire.

Dovevo essere pronto entro 10 minuti per salire a bordo della motovedetta per mollare gli ormeggi e dirigermi verso il luogo del soccorso con zaini ed equpaggiamenti d’emergenza.

Una parte del materiale sanitario presente a bordo

Il mio compito sulle ammiraglie è stato di rimanere a bordo dell’unità navale per l’intera durata della missione insieme all’intero equipaggio, ed occuparmi della stabilizzazione e rianimazione dei migranti recuperati durante le operazioni di salvataggio in mare.

Avevo con me ogni presidio, farmaco e ausilio utile per una rianimazione avanzata.

In questa prima missione ho perso il conto delle miglia nautiche affrontate. In circa un mese siamo riusciti a soccorre e portare in salvo più di 1000 migranti, il 25% bambini di età compresa tra i 2 mesi e i 9 anni.

Quanto dura un’operazione di salvataggio in mare?

Per ogni operazione in motovedetta, tra il tempo di percorrenza per raggiungere il target, le manovre di salvataggio, la stabilizzazione e il ritorno in un porto sicuro, si trascorrevano in mare dalle 24 alle 48 ore.

Per le operazioni a bordo di nave Luigi DATTILO o dell’Ubaldo DICIOTTI, tra il tempo per raggiungere il target, le operazioni di salvataggio, la stabilizzazione e il ritorno in un porto sicuro si può arrivare da una settimana continua o addirittura due in mare.

L’infermeria di bordo

Nelle motovedette che, di norma avrebbero potuto trasportare non più di 70 persone, per necessità ne abbiamo quasi sempre caricate oltre 200 a bordo.

Quali sono state le missioni successive?

La mia seconda missione è stata nell’ottobre 2016, a bordo di nave Luigi Dattilo.

Sulla nave ammiraglia della Guardia Costiera italiana, nell’arco di un mese e 15 giorni, siamo riusciti a mettere in salvo più di 3000 persone.

L’emozione più grande è stata quella di gestire in collaborazione con la collega medico, tre parti naturali

a bordo, di ritorno da un salvataggio di oltre 1000 persone a bordo.

Il primo in particolare è stato una grande emozione in quanto ho provveduto io in primis all’assecondamento del nascituro fino alla disostruzione delle vie aeree dello stesso. Ho poi calcolato l’indice di Apgar, fino al clampagggio del cordone ombelicale ed il taglio.

Tutto è andato a buon fine, ma lascio immaginare cosa sia stato gestire tre parti, in meno di 48 ore, a bordo di una nave durante un’operazione di soccorso a oltre mille migranti, Per la precisione 1.004.

Quei bambini ora stanno benissimo, ma non è stato facile: in nave le condizioni sono proibitive. Non essendo in ospedale non avevamo quasi nulla a disposizione: per quei bambini c’eravamo solo noi e la mamma.

Motovedetta di classe 300 SAR

La mia terza missione è stata svolta nel giugno 2017 a bordo di nave Ubaldo Diciotti, gemella della Dattilo, anche essa nave ammiraglio della Guardia Costiera italiana.

In circa un mese siamo arrivati nuovamente a soccorrere oltre 3000 persone tratte in salvo dalle perfide acque del Mediterraneo.

La quarta missione invece si è svolta nell’ottobre 2017, nuovamente a bordo delle motovedette classe 300 in forza al circomare di Lampedusa.

Anche durante questa esperienza non sono mancati i momenti tragici in seguito ad un naufragio di un barcone con più 70 vite disperse in quelle acque.

L’infermiere Alessio Gallotta

Durante tutto il mese a bordo sono riuscito a rianimare più di 400 persone.

In ogni missione a bordo delle unità navali mi è capitato di dover gestire in perfetta autonomia situazioni di emergenza, poiché a bordo vi erano solo due unità sanitarie per 1000 persone.

C’è poco da dire e molto da fare: da gravi stati ipoglicemici, ferite d’arma da fuoco, edemi polmonari dovuto all’immersione in acqua salata, crisi epilettiche, stati di disidratazione grave, ustioni di 2° e 3 ° grado dovute al contatto delle persone con la benzina nei gommoni e l’acqua di mare, stati di ipotermia anche severa.

La nave Luigi Dattilo

Non sono mancati i decessi, dai bimbi di 1 o 2 mesi ai bambini di 10 anni. Ricordo ancora il decesso di 7 donne incinte e svariati uomini.

Mi sono trovato anche a dover affrontare situazioni nelle quali avevo 10 persone contemporaneamente in arresto cardiocircolatorio.

Con l’aiuto degli uomini della Guardia Costiera tentammo di fare il possibile per quelle persone, ma purtroppo non si salvò nessuno.

Vorresti ringraziare qualcuno?

Un grande ringraziamento e infinita riconoscenza per la fiducia posta in me come professionista e come uomo lo devo a tutto l’intero staff e il Direttore Nazionale Mauro Casinghini del Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta, che, con il loro supporto, mi hanno dato la possibilità di mettere a disposizione la mia professionalità dandomi la chance di salvare più di 6000 vite in mare.

Per quanto riguarda tutte le operazioni svolte a bordo dei mezzi della Capitaneria di Porto, porgo un enorme ringraziamento a tutti i componenti.

Le immani operazioni sono state organizzate alla perfezione. Il personale ha sempre dimostrato grande professionalità, spirito di adattamento e sacrificio che pochi hanno.

L’organizzazione e il coordinamento di tutti i vari interventi di soccorso e recupero di migranti, svolti dalla Guardia Costiera, rendono il nostro lavoro, a livello sanitario, perfetto e possibile.


Ringraziamo il collega Alessio Gallotta per aver voluto condividere con i lettori di Nurse Times questa esperienza.

Simone Gussoni

Dott. Simone Gussoni

Il dott. Simone Gussoni è infermiere esperto in farmacovigilanza ed educazione sanitaria dal 2006. Autore del libro "Il Nursing Narrativo, nuovo approccio al paziente oncologico. Una testimonianza".

Leave a Comment
Share
Published by
Dott. Simone Gussoni

Recent Posts

Nuovo Registro Professionale Unico Nazionale per gli OSS: un passo cruciale per la professione dell’assistenza

L’Italia fa un significativo passo avanti nel riconoscimento e nella valorizzazione degli Operatori Socio Sanitari…

31/08/2024

Aggressioni ai sanitari del G.O.M. di Reggio Calabria: l’OPI condanna la violenza e chiede azioni concrete

L'Ordine delle Professioni Infermieristiche (OPI) di Reggio Calabria ha preso una posizione netta in seguito…

31/08/2024

ASL BT e soccorso neonatale/pediatrico: arriva il carrello emergenze al Pronto Soccorso di Bisceglie

L’emergenza/urgenza è un settore che richiede preparazione, lucidità ed esperienza e non per ultimo la…

31/08/2024

Infermiere accusata di truffa e falso: ottiene il congedo per assistenza e lavora altrove

Un'infermiera cinquantenne, dipendente dell'Asl5 della Spezia, è finita al centro di un'inchiesta della Procura della…

30/08/2024

Trasfusione di sangue infetto: 850mila euro di risarcimento agli eredi di una donna di Enna

Il Ministero della Salute ha riconosciuto un risarcimento di 850mila euro ai due eredi di…

30/08/2024

Scandalo all’Ospedale di Avola: medico scrive ‘Scassamaroni’ nel referto di un paziente

Avola (Siracusa), 30 agosto 2024 – Un episodio increscioso ha scosso l’ospedale di Avola, in…

30/08/2024