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Jesi (Ancona), si stanca di aspettare e dà di matto: paziente in codice verde prende a schiaffi infermiere e danneggia Triage

Caos al Pronto soccorso dell’ospedale Carlo Urbani. Un 57enne aggredisce verbalmente e fisicamente un infermiere, sputandogli anche addosso. Poi si scaglia contro un divisorio di plexiglass e insegue una dottoressa con l’intenzione di picchiarla. Solo i carabinieri riescono a fermarlo.

Arriva in Pronto soccorso con un codice verde di bassa gravità, per un trauma facciale minore dovuto a un infortunio sul lavoro. È il giorno di Natale, e a lui quelle lunghe ore di attesa non vanno giù. Non capisce, anzi, non accetta che altri codici – rosso, arancio e giallo – abbiano la precedenza su di lui. E dopo sette ore in sala d’attesa, sebbene fosse stato visto dal Triage e avvisato che il suo codice, proprio perché non grave, avrebbe richiesto un tempo di attesa molto lungo, dà in escandescenze.

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È stato un Natale davvero ad alto rischio, quello appena passato, per i medici e gli operatori del Pronto soccorso dell’ospedale Carlo Urbani di Jesi. L’ennesimo episodio che ha visto chi opera in prima linea per l’emergenza-urgenza rischiare la vita a causa di un esagitato che pretendeva delle prestazioni, incurante delle tante persone che stavano aspettando, esattamente come lui. L’uomo, identificato dai carabinieri del Norm di Jesi, è un 57enne di Ancona, denunciato al termine degli accertamenti del caso.

L’aggressore avrebbe intimato a un infermiere di visitarlo subito, altrimenti se ne sarebbe andato. Ma quando l’operatore gli ha spiegato che poteva lasciare l’ospedale se l’attesa era troppo lunga, ma non avrebbe avuto il referto, quello ha perso le staffe e gli ha tirato due schiaffi, ferendolo al labbro. Non contento, gli ha sputato addosso, continuando a insultare e minacciare. Poi ha divelto a pugni il divisorio di plexiglass del Triage e ha minacciato sia gli addetti del triage che una dottoressa che cercava di calmarlo. La donna, esasperata da quell’esagitato che stava di fatto interrompendo il lavoro di tutto il Pronto soccorso in un periodo segnato da un boom di accessi e da sovraffollamento, ha intimato che avrebbe chiamato i carabinieri.

A quel punto il 57enne l’ha rincorsa per metterle le mani addosso e la dottoressa non ha potuto fare altro che barricarsi in una delle sale emergenza, aiutata dai colleghi, che hanno allertato il 112. Sono allora intervenuti i carabinieri del Nucleo operativo radiomobile della Compagnia di Jesi, che lo hanno bloccato e identificato. Nei suoi confronti potrebbero configurarsi i reati di lesioni personali, danneggiamento aggravato e interruzione di pubblico servizio.

Tra i medici e gli infermieri del Pronto soccorso c’è paura. Non è la prima volta che accade. “Siamo esasperati – dicono –. Rischiamo la pelle per stare in prima linea. Facciamo turni massacranti perché siamo in sofferenza di organico ormai da tempo. Cerchiamo di sopperire alle mancanze dei medici di famiglia sul territorio e facciamo anche il lavoro che sarebbe della guardia medica, solo perché le persone preferiscono venire qui. Non mandiamo via nessuno, dalle sbronze da smaltire alle indigestioni, ma l’utenza deve capire che un codice verde o bianco ha tempi di attesa purtroppo lunghi e non dipende da noi. Non possiamo pagare con la nostra incolumità le carenze di un sistema sanitario deficitario per tutti gli ospedali della regione”.

Oltretutto in questo periodo il pronto soccorso sta registrando veri e propri boom di accessi, sia per le cronicità che per le influenze stagionali. “Serve un presidio fisso delle forze dell’ordine – concludono gli operatori –, sia a tutela di noi che lavoriamo sia delle persone che si trovano in sala d’attesa o nelle sale di visita. Perché un esagitato come quello di Natale mina la sicurezza di tutti, pazienti e operatori, provocando anche un’interruzione delle visite e della nostra attività”.

Redazione Nurse Times

Fonte: CentroPagina

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