Italian Resuscitation Council, IRC, ha pubblicato le linee guida per il soccorso delle persone in arresto cardiaco che tengono conto della necessità di limitare il contagio da Covid-19.
Essenziale intervenire, chiamare il 112 o il 118, ed eseguire il massaggio cardiaco e la defibrillazione. Nei bambini è molto importante eseguire anche le ventilazioni.
Soccorrere le persone colpite da arresto cardiaco e allo stesso tempo garantire una protezione adeguata dal contagio per i soccorritori: è questo l’obiettivo delle linee guida su primo soccorso e rianimazione cardiopolmonare durante la pandemia di Covid-19 pubblicate da Italian Resuscitation Council (IRC), società scientifica accreditata presso il Ministero della Salute e associazione senza scopo di lucro che riunisce medici e infermieri esperti in rianimazione cardiopolmonare.
Le linee guida, che riprendono e adattano alla realtà italiana il vademecum diffuso a livello internazionale dallo European Resuscitation Council (ERC), al quale anche IRC ha collaborato direttamente con i suoi rappresentanti, toccano alcuni aspetti essenziali, come la necessità che anche e soprattutto le persone comuni intervengano, chiamino il 112 o il 118 e inizino la rianimazione cardiopolmonare in attesa dell’arrivo dei soccorsi, seguendo alcune indicazioni anti-contagio. Viene inoltre sottolineata, in un paragrafo appositamente integrato da IRC, l’importanza per gli addetti al soccorso di effettuare la ventilazione in modo protetto (utilizzando gli strumenti a loro disposizione, come il pallone con filtro e maschera), soprattutto in alcuni casi specifici come nelle vittime di annegamento e nei bambini. Tali indicazioni sono particolarmente rilevanti anche in relazione alla riapertura delle spiagge, degli stabilimenti balneari e delle piscine.
Le linee guida di Italian Resuscitation Council sono consultabili su
Sono 400.000 in Europa, 60.000 in Italia, le persone che ogni anno muoiono per arresto cardiaco improvviso. Il 70% degli arresti cardiaci, avviene in presenza di altre persone che potrebbero iniziare subito le manovre di rianimazione cardiopolmonare, ma ciò accade solo in circa il 15% dei casi, perché chi è accanto alla vittima non è formato, non sa riconoscere un arresto cardiaco oppure non si sente in grado di intervenire.
Giuseppe Ristagno, presidente di Italian Resuscitation Council, IRC, osserva: “A seguito della pandemia da coronavirus, la paura di intervenire rischia di aumentare e di incidere negativamente sulla sopravvivenza delle persone colpite da arresto cardiaco. Con le linee guida, che traducono i contenuti fissati a livello internazionale dallo European Resuscitation Council e li adattano alla realtà italiana, vogliamo dare indicazioni concrete su come intervenire, riducendo il più possibile il rischio di contagio. In questo contesto è fondamentale riprendere il prima possibile la formazione sul primo soccorso, anche a distanza e nel pieno rispetto delle norme anti-contagio, per aumentare il numero di persone capaci di intervenire tempestivamente e di contribuire a salvare vite”.
Il primo soccorso in caso di annegamento. L’arresto cardiaco dovuto ad asfissia difficilmente risponde alle manovre salvavita, come il massaggio cardiaco e l’utilizzo del defibrillatore, senza garantire anche la ventilazione, ovvero l’ossigenazione del sangue che poi arriverà a cuore e cervello.
Chi ricopre un ruolo che lo obbliga a prestare soccorso (per esempio gli assistenti bagnanti) dovrebbe avere sempre a disposizione, durante il suo servizio, i dispositivi di protezione individuali (mascherina chirurgica, occhiali, guanti, compresa una mascherina supplementare da posizionare sul volto della vittima), il sistema pallone-filtro-maschera (il pallone auto-espandibile per la ventilazione dotato anche di un filtro anti-virus) e, ove obbligatorio, una fonte di ossigeno con un circuito per la sua erogazione.
Se l’assistente bagnante non è equipaggiato con il pallone-filtro-maschera, le linee guida raccomandano di eseguire almeno la rianimazione cardiopolmonare con il solo massaggio cardiaco e di considerare la possibilità di eseguire le ventilazioni con altra tecnica (ad esempio, con maschera tascabile) dopo aver allertato precocemente il sistema di emergenza sanitaria così come è raccomandato anche a tutti i soccorritori occasionali non dotati di specifico equipaggiamento.
Per i soccorritori “laici”, ovvero le persone comuni che non sono medici o operatori sanitari, che assistono a un arresto cardiaco, le linee guida suggeriscono di:
IRC (Italian Resuscitation Council) – Gruppo italiano per la Rianimazione Cardiopolmonare, nasce nell’ottobre del 1994 con lo scopo primario di diffondere la cultura e l’organizzazione della rianimazione cardiopolmonare in Italia. L’Associazione coinvolge medici di diverse discipline e infermieri attivamente impegnati nel settore della rianimazione cardiopolmonare intra ed extra ospedaliera. L’attività di IRC si integra con quella di analoghe associazioni italiane e straniere e in modo particolare con quella di European Resuscitation Council. Italian Resuscitation Council, nell’ultimo anno ha organizzato 10.000 corsi BLSD (Basic Life Support/Defibrillation) formando oltre 120.000 persone. Dal 2019 fa parte dell’elenco delle società scientifiche accreditate presso il Ministero della Salute. www.ircouncil.it
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