Lavorare all'estero

“In Inghilterra ho negoziato la paga oraria come fossi un calciatore”

"Nel Regno Unito un'infermiere inizia con uno stipendio da 21.692 sterline all'anno", (circa 30.500 euro) poco meno per i neolaureati. A questo importo vanno aggiunti i turni di notte, i festivi e gli straordinari.

Nel Regno Unito un’infermiere inizia con uno stipendio da 21.692 sterline all’anno“, (circa 30.500 euro) poco meno per i neolaureati. A questo importo vanno aggiunti i turni di notte, i festivi e gli straordinari

Ma le specializzazioni hanno un valore relate“: infatti un “band 8“, un infermiere specializzato, può arrivare a guadagnare oltre 66.000 euro. Questo è quanto previsto dal contratto nazionale del lavoro infermieristico nel Regno Unito.

“Chi lavora tra le corsie londinesi percepisce il 20% in più a causa del caro vita”.

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Queste sono solo alcune testimonianze di colleghi italiani emigrati oltremanica.

Marco Gallana, 24 anni, lavora presso il St. Georges University Hospital, non lontano dallo stadio di Wimbledon:

“Sono qui da marzo 2015 e già guadagno quasi duemila sterline nette”.

È entrato in graduatoria anni fa dopo aver sostenuto il concorso di Rimini, ma sta ancora aspettando che lo chiamino.

“Ora posso anche fare turni extra, volendo, o lavorare ogni tanto per le agenzie interinali, che nei giorni festivi arrivano a pagare 50 sterline l’ora. In Inghilterra non c’ è esclusività, la gerarchia professionale rispetto a quella italiana è diversa, con più ruoli, e si lavora per circa 37,5 ore alla settimana.”

Nel frattempo Marco, come molti suoi colleghi coetanei trasferiti fra i sudditi di Sua Maestà, ha raggiunto l’indipendenza economica.

L’ ospedale che ha scelto gli ha messo a disposizione un alloggio spazioso al costo di 500 sterline al mese e un corso di lingua inglese. Vive in un ambiente multiculturale, con prevalenza di filippini, indiani e spagnoli.

Ha scelto personalmente anche il reparto di cardiologia nel quale lavora: “Con la carenza di infermieri, di lavoro ce n’ è tanto”.

Ma il lavoro abbonda e gli infermieri scarseggiano in ogni angolo del Regno Unito, tanto che in Irlanda Leonardo Crisetti, 25 anni, ha potuto negoziare la paga oraria: “Mi sono sentito come un calciatore”, racconta sorridendo.

Era in possesso di un inglese scolastico e non gli era ancora pervenuta l’iscrizione al Collegio professionale, così ha dovuto iniziare come operatore socio sanitario in una residenza per anziani a Dublino, per passare successivamente in un’ altra: guadagna da 9 a 13 euro l’ora.

Il suo sogno è quello di riuscire a lavorare in un ospedale, perciò frequenta i training per infermieri, obbligatori per svolgere qualsiasi procedura nonostante la laurea. Anche lui è arrivato a marzo, da San Giovanni Rotondo, in provincia di Foggia. Essendosi trovato particolarmente bene ha già comvinto due amici a venire a lavorare nella sua struttura.

“L’Italia? Fra qualche anno torneremo. Forse…”.

Altri invece sono tornati indietro subito.

“Ma si tratta di una minoranza, per lo più ragazzi che non sono mai vissuti fuori casa”, spiega Fabrizio Benatti, quattro anni di esperienza in un ospedale dell’Essex. Il suo obiettivo era andare a lavorare in Australia.

Si è trasferito nella patria di Shakespeare per acquisire la padronanza linguistica e per questo aveva deciso di partire all’età di 34enne lasciando il posto che aveva presso un ospedale vicino Reggio Emilia.

Quassù capitano anche offerte per Dubai a 6.000 sterline al mese”, racconta. Nel frattempo ha deciso di fermarsi in Inghilterra mettendo su famiglia.

Simone Gussoni

 

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Dott. Simone Gussoni

Il dott. Simone Gussoni è infermiere esperto in farmacovigilanza ed educazione sanitaria dal 2006. Autore del libro "Il Nursing Narrativo, nuovo approccio al paziente oncologico. Una testimonianza".

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