Infermiera per professione, make up artist per passione. La storia di Donatella

Lo dice Dior che il trucco è il mezzo per liberare l'anima e lei, l'anima la sa cogliere dal volto di ogni splendida donna che, in un percorso di malattia, si veli di tristezza.

Lo dice Dior che il trucco è il mezzo per liberare l’anima e lei, l’anima la sa cogliere dal volto di ogni splendida donna che, in un percorso di malattia, si veli di tristezza.

Donatella Favaro è prima di tutto una delle mie migliori amiche, un’infermiera di anestesia che si prende cura ogni giorno di pazienti in rianimazione e in sala operatoria.

Si destreggia tra mille fili, pompe infusionali, ventilatori, maschere per l’ossigeno e cannule tracheali. Osserva i volti dormienti o gli sguardi attenti, gli occhi sbarrati o quelli socchiusi. Osserva.

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Ed è proprio da quegli occhi, specchio dell’anima, che è scaturita la passione del make up, divenuto ora, passione e hobby anche per le amiche che vogliono dedicarsi un giorno di coccole, o imparare l’arte del make up.

Donatella osserva, scatta una foto con i suoi occhi, immagina la persona dietro a quel volto impaurito, conserva una foto nella sua memoria.

E’ un make up “terapeutico” quello che Donatella ci definisce, maggiormente ricercato da alcune donne che attraversano la chemioterapia, fatto di pennellate lievi e delicate, puff di ciprie ultraleggere, toccature con spugne morbide, piccoli tocchi terapeutici che diventano carezze di velluto.

Nella sua valigetta spiccano i toni lavanda, che illuminano la carnagione. Il colore ecrù nasconde il rossore, l’arancio copre le occhiaie e sublima alcune parti del viso.

Un colorito alabastro può risplendere con il fondotinta giusto. Il trucco può anche esprimere l’umore di chi lo sceglie o trasformare chi lo indossa.

Si perchè per Donatella, il make up è come un vestito cucito su misura. E lei è rimasta sedotta dal desiderio delle donne di trasformarsi. Ciò rivela il lato emotivo del make up.
Mi racconta che dentro a quelle stanze rivestite di acciaio asettico, riesce a vedere negli occhi dei pazienti uno spiraglio di cielo. E cosa c’è di più infinito del cielo? L’eterno di un’anima.

E di più nobile? Prendersene cura.

Il colore diventa protagonista di un viso spento che può miracolosamente illuminarsi e dare carica energetica, linfa vitale per affrontare tutto il percorso chemioterapico.
Al San Raffaele di Milano, Angela Noviello, estetista, è direttrice creativa del progetto Oncology Esthetics.

Sarà nostra ospite alla conferenza del 25 marzo 2017 intitolata “Cancro e Bellezza” insieme a Donatella Favaro e a Rita Molinaro, dermopigmentista, abilissima nell’arte del tatoo oncologico.

Scopriremo con loro quanto sia importante la cura di sè durante la malattia. Quanto un pennello sulla palpebra dia conforto e rassicurazione, o il disegno delle sopracciglia, sicurezza e bellezza.

Ci racconteranno una dimensione che va oltre la quotidianità, per rivelare l’arte profonda che ogni donna può esprimere con se stessa, con il proprio volto, con il proprio nuovo sorriso, toccato appena da un rosso lipstick .

 

Fanni Guidolin

 

Tratto dal BLOG pelvicstom

(nella foto Donatella Favaro è con Claudia, infermiera con il cancro al seno)

Redazione Nurse Times

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