Fials, Federazione italiana autonomie locali e sanità, Provincia di Bologna, sigla sindacale maggiormente rappresentativa a livello nazionale e firmataria del Ccnl, aderente alla Confederazione sindacale Confsal, che conta sull’intero territorio nazionale oltre 1.000.000 di iscritti nella sola città metropolitana e oltre 2.500 associati, denuncia il netto declino e il peggioramento delle condizioni di lavoro in cui si trovano a operare gli operatori del reparto di Medicina dell’ospedale Santa Maria della Scaletta di Imola.
In particolare:
Senza contare le riorganizzazioni selvagge. Nel reparto in questione si obbliga il personale infermieristico a vedere ridotto l’orario di consegna (presa in carico dei pazienti con scambio dei flussi informativi inerenti allo stato di salute e bisogni assistenziali), a effettuare doppi turni e rientri sul giorno di riposo, creando difficoltà ad andare in ferie. Il tutto a causa della carenza cronica di personale
. Nonostante si sia rivelato fallimentare, si vuole uniformare il modello di riorganizzazione approvato nel reparto oggetto di denuncia a tutti i reparti del Dipartimento medico-oncologico (Geriatria, Medicina B).Aumentano, inoltre, infortuni sul lavoro e malattie. Già a gennaio un’infermiera è stata costretta alle cure mediche durante il servizio per i carichi di lavoro sostenuti. In data 28 febbraio un infermiere ha accusato forte malessere si è visto assistere d’urgenza dai colleghi in turno, costretto poi al ricovero in pronto soccorso e alle cure del caso. Nei giorni scorsi due operatori, in momenti diversi, sono svenuti per alcuni secondi e sono stati costretti a lasciare il servizio.
Siamo anche preoccupati per la qualità delle prestazioni clinico-assistenziali svolte a favore dei cittadini. Un personale così stanco non può erogare servizi di qualità e può incorrere anche in responsabilità penali e professionali per eventuali danni cagionati a soggetti terzi i.
Viste le condizioni lavorative e l’atteggiamento irresponsabile e negazionista dell’Azienda Usl di Imola, che non è intervenuta in maniera definitiva per risolvere i problemi già da tempo denunciati (gennaio 2018), siamo costretti a presentare un esposto in Procura della Repubblica al fine di tutelare i nostri associati e i lavoratori tutti.
Alfredo Sepe – Segretario provinciale
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