Il “disturbo del sonno da lavoro a turni”, la sindrome che può colpire gli infermieri turnisti

Il disturbo del sonno da lavoro a turni (o shift work sleep disorder - SWSD) è un disturbo del sonno che affligge le persone che cambiano il loro orario di lavoro o del sonno frequentemente, o coloro che lavorano a lungo termine nei turni notturni

Il disturbo del sonno da lavoro a turni (o shift work sleep disorder – SWSD) è un disturbo del sonno che affligge le persone che cambiano il loro orario di lavoro o del sonno frequentemente, o coloro che lavorano a lungo termine nei turni notturni

Questa patologia colpisce maggiormente le persone che, a causa della propria attività lavorativa, sono soggette a turnazione sulle 24h; in particolare quei lavoratori che esercitano la loro professione tra le ore 22 di sera e le 6 del mattino.

Il sonno è senz’altro la funzione maggiormente disturbata nei turnisti e spesso questi soggetti manifestano disturbi del sonno che subisce così modificazioni sia quantitative che qualitative; fino a scaturire in una vera e propria sindrome del turnista.

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Tale sindrome rappresenta  la conseguenza patologica della risposta dell’organismo generalmente, alle temporanee ma ripetute modifiche del rapporto tra l’orologio interno ed esterno, che si verificano ogni volta che l’orario di lavoro si sovrappone all’orario dedicato al riposo, con conseguente alterazione del ritmo circadiano.

Tale sintomatologia può iniziare a  definirsi patologica se accompagnano il lavoratore per un minimo di tre mesi.

Segnali che definiscono la  SWSD includono comunemente:

  • eccessiva sonnolenza durante le ore sveglie e riduzione del tempo totale di sonno,
  • concentrazione e prestazione diminuite sul lavoro,
  • emicrania,
  • fatica.

Vi è  inoltre la possibilità che insorgano anche sintomi psichiatrici (come una sindrome ansioso-depressiva, irritabilità, ritiro sociale) e sintomi organici (ipertensione arteriosa, aritmie cardiache, dispepsia, gastroduodenite, ulcera peptica, colite, dismetabolismi e alterazione dei parametri della coagulazione).

Dei lavoratori notturni, il 20-75% soffre di disturbi gastrointestinali e consistono in:

  • modificazioni dell’appetito,
  • dispepsia,
  • disturbi dell’alvo con prevalente stipsi,
  • gastrite,
  • ulcera,
  • borborigmi,
  • flatulenza,
  • addominalgie.

Per quanto riguarda i disturbi legati alla quantità e qualità del sonno, è stato svolto uno studio taiwanese nel 2010 su un campione di 661 infermieri turnisti, da cui risulta una prevalenza di disturbi del sonno del 59%.

I componenti di questo campione dimostrano un elevato stato di ansia, depressione e insoddisfazione dal punto di vista lavorativo poiché l’ambiente stesso non facilita le attività.

Tra le conseguenze che incidono sul normale svolgimento della propria mansione rientrano la diminuzione della produttività e del rendimento, la predisposizione ad avere incidenti sul lavoro, l’aumento degli errori umani e numerose assenze per malattia.

L’insorgenza di tale patologia può avere variabili quali età, sesso o predisposizione fisica.  Ci sono tuttavia alcuni accorgimenti che servono a favorire le prestazione del lavoratore a turni; come ad esempio la diminuzione l’assunzione di caffeina, dell’alcool e del nicotina prima di ora di andare a letto, assicurare un ambiente che favorisca il sonno, senza la presenza di luce o di rumori e concedersi del tempo sufficiente per dormire (almeno 7-8 ore al giorno).

Ida Baiano

Fonte

www.webmd.com

sleepfoundation.org

Redazione Nurse Times

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