Hong Kong: è un volpino di Pomerania il primo cane positivo al Coronavirus

Il primo cane positivo al Coronavirus è stato messo in quarantena presso una struttura sanitaria di Hong Kong.

Il contagio di questo animale di compagnia andrebbe contro le teorie ipotizzare precedentemente, secondo le quali questi non potrebbero contrarre il virus umano.

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«Stiamo cercando di capire – spiegano i vertici OMS – Non c’è motivo di avere panico. Non ci sono conferme che il virus possa contagiare animali domestici»

Nella ricca regione asiatica, nella quale i cagnolini sono considerati uno status symbol delle classi più agiate, la notizia ha creato non pochi allarmismi.

Immediato è giunto l’intervento di numerosi veterinari a dissipare ogni dubbio:

«Deve trattarsi di un caso di contaminazione ambientale», ha spiegato il dottor Michael Bradley, dello Stanley Veterinary Center: «È molto improbabile che un cane o gatto possa essere infettato dal coronavirus — ha aggiunto —: ma può essere un oggetto che trasporta il virus, allo stesso modo di un fazzoletto di carta.»

«È possibile che delle goccioline di saliva infetta abbiano contaminato l’ambiente e poi il cane», ha precisato il professor David Hui Shu-cheong, esperto di medicina respiratoria dell’Università cinese. Questo perché la coppia di proprietari del volpino di Pomerania, così come la domestica in servizio nella loro abitazione, sono risultati positivi al nCoV2019.

Maggiori particolari riguardanti i trattamenti ai quali sono stati sottoposti i pazienti sono disponibili in rete. Anche per loro è stato applicato lo stesso protocollo dei precedenti 94 casi accertati.

Il cagnolino è invece stato messo in quarantena per 14 giorni in una struttura veterinaria vicino al ponte che collega l’ex colonia con Macao.

Il dottor Florence Chan, segretario dell’Associazione veterinari di Hong Kong, ha invitato la popolazione a non trarre conclusioni affrettate, visto che « il volpino non mostrava alcun sintomo». Insomma, lo Spitz non aveva né tosse né febbre. Consigliando solo di lavarsi sempre le mani, evitando di portare gli animali in luoghi sporchi. E se non dovesse bastare il lavaggio con acqua e sapone delle loro zampette, possono sempre ricorrere a delle scarpe, da rimuovere e disinfettare separatamente.

Dott. Simone Gussoni

Dott. Simone Gussoni

Il dott. Simone Gussoni è infermiere esperto in farmacovigilanza ed educazione sanitaria dal 2006. Autore del libro "Il Nursing Narrativo, nuovo approccio al paziente oncologico. Una testimonianza".

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