L’headbanging è una sorta di “danza” molto diffusa che segue il ritmo di brani hard rock o heavy metal. Consiste in una serie di violenti movimenti della testa a tempo di musica.
Tale pratica nasce nel lontano 1968, quando durante un concerto dei Led Zeppelin che si è svolto al Boston Tea Party, un gruppo di fan in prima fila eseguì per la prima volta l’headbanging.
Ma questi rapidi movimenti del capo possono essere pericolosi per chi li esegue? A tale quesito hanno provato a rispondere i prof. Andrew McIntosh e Declan Patton dell’Università di New South Wales di Sidney.
Si sono posti come obiettivo l’analisi del rischio di manifestare infortuni a livello del collo e dell’encefalo associati all’headbanging.
Uno studio osservazionale è stato realizzato con analisi dei parametri biometrici dei partecipanti. Un’analisi dei principali concerti dei Motörhead, Mötley Crüe, Skid Row, The Hell City Glamours, L.A. Guns, Ozzy Osbourne, Winger, Ratt, Whitesnake, e W.A.S.P è stata effettuata, per determinare quale fosse la tecnica di headbanging più diffusa. È emerso come la maggior parte degli spettatori preferisca adottare lo stile up-down.
Un’analisi biomeccanica sulla base di precedenti studi ha dimostrato come accelerazione del capo e angolazione del collo possano influenzare i risultati. Le rotazioni del capo effettuate hanno prevalentemente un andamento sinusoidale con un asse di rotazione a livello delle vertebre C7-T1 ed un raggio di rotazione di 174,0 mm. L’ampiezza media è stata di 60,4° in flessione e di 69,9° in estensione.
È stato chiesto ad ogni singolo componente del focus group di indicare quale fosse la canzone preferita per eseguire l’headbanging stilando poi una lista delle 11 canzoni più votate. Da questo elenco sono stati selezionati 3 titoli: “I Will Always Love You” di Whitney Houston, “Hello” di Lionel Ritchie e “Babe” di Styx.
Dai risultati ottenuti è emerso come un range di movimento superiore ai 45° esponga il metallaro ad un rischio aumentato di poter manifestare un trauma cerebrale moderato. Il rischio di infortunio a carico del collo aumenta notevolmente qualora il ritmo della musica sia superiore a 130 battute per minuto se associato allo stile di headbanging precedentemente citato.
In conclusione, secondo i ricercatori, gli headbangers per minimizzare il rischio di infortunio dovrebbero ridurre il ritmo dei movimenti e la loro ampiezza, preferendo l’ascolto di “adult oriented rock” al genere heavy metal.
Terry Balsamo, chitarrista del gruppo alternative metal Evanescence, nel novembre del 2005 è stato vittima di un ictus cerebrale che secondo i medici sarebbe stato provocato dall’headbanging.
Lo stesso Jason Newsted, ex bassista dei Metallica, ebbe problemi al collo dati da anni di headbanging, che definì “il danno fisico che ho fatto a me stesso per suonare la musica che amo.”
Infermieri rinunciano al lavoro per colpa dei prezzi esorbitanti degli affitti L'arrivo dei nuovi infermieri…
La procura di Ivrea è alle prese con un caso intricato che ha scosso il…
“Sulla denatalità come emergenza del Paese si sprecano fiumi d’inchiostro, eppure di interventi concreti se…
Il 4 maggio alle ore 16 a Roma, sul Ponte delle Musica, sarà presentata la terza edizione…
Autori: Liberati Nikita, Angelini Gessica, Vainella Giulia, Dentico Domenico & Zatton Margherita. “La Comunicazione è…
In Giappone un team di scienziati ha recentemente annunciato di aver condotto con successo un…
Leave a Comment