Riceviamo e pubblichiamo la denuncia della Segreteria provinciale di Salerno del sindacato Fials sulla gravissima carenza di personale U.O. Ostetricia e Ginecologia P.O. “Umberto I” di Nocera, criticità applicazione modello organizzativo monoprofessionale
Riceviamo e pubblichiamo la denuncia della Segreteria provinciale di Salerno del sindacato Fials sulla gravissima carenza di personale U.O. Ostetricia e Ginecologia P.O. “Umberto I” di Nocera, criticità applicazione modello organizzativo monoprofessionale
“Con la presente, la scrivente O.S. Fials, intende porre alla Vostra attenzione una problematica alquanto complessa che affligge l’U.O. Ginecologia e Ostetricia del Presidio Umberto I di Nocera, ad oggi è considerata uno dei principali Punti Nascita della Regione Campania con circa 1560 parti nel 2018 con un andamento costantemente in crescita.
Nell’U.O. sono presenti 32 posti letto di degenza Ostetrica e Ginecologica, 2 posti letto Day-Surgery, 3 posti letto dedicati all’ambulatorio di Cardiotocografia ed infine 4 posti letto adiacenti la sala parto destinati al travaglio in caso di parto fisiologico.
In situazioni di emergenza, i 32 posti letto dedicati alla degenza non sono sufficienti e inoltre, i letti deputati ai servizi sopra citati non vengono utilizzati in modo corretto.
Tutto ciò non ha mai visto, da parte della Direzione, una vera e propria presa in carico della problematica che potesse portare ad un incremento della dotazione organica.
Da circa 9 mesi l’U.O. Ostetricia e Ginecologia ha subito un profondo cambiamento con l’applicazione de l modello organizzativo mono professionale, supportato da evidenze, frutto di numerosa letteratura scientifica, con Linee Guida internazionali e nazionali, nonché da un vasto repertorio normativo, non ultimo dal Ministero della Salute con le “Linee di indirizzo per la definizione e l’organizzazione dell’assistenza in autonomia da parte delle ostetriche alle gravidanze a basso rischio ostetrico (BRO)”.
La riorganizzazione dei Punti Nascita, attivata con l’accordo Stato Regioni del 2010 ha posto le linee di indirizzo per la promozione e il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione dei tagli cesarei.
L’O.S. Fials crede fortemente in questo modello organizzativo cosi come indicato nelle precedenti note inviate, ma soprattutto nell’evoluzione della professione che deve favorire soprattutto un cambio culturale visto i dati percentuali allarmanti riguardanti i parti fisiologici al di sotto di quasi tutti i punti nascita nazionali (nel reparto appena citato nel 2018 52,8% tagli cesarei), bisogna superare questo scoglio e favorire , piuttosto, un riordino complessivo del sistema, un approccio integrato in cui le misure di programmazione sanitaria, a livello nazionale e regionale, sappiano coniugarsi con l’implementazione di iniziative di educazione e di protocolli clinico-organizzativi a livello locale.
Questo processo di aggiornamento, avviato all’insegna delle sostenibilità del sistema, non può prescindere dai criteri fondamentali di appropriatezza, qualità e sicurezza delle cure, da ottenere attraverso una pianificazione organizzativa che preveda un adeguato e appropriato utilizzo delle risorse, anche professionali: il professionista adatto, per una risposta adeguata, al momento e al posto giusto, oltre a necessitare del numero esatto di risorse tali da mettere in pratica questo modello.
In virtù di quanto appena descritto si intende far emergere criticità importanti che mettono a repentaglio l’applicazione e la funzionalità del modello mono professionale.
Attualmente la dotazione organica è costituita da 29 ostetriche (17 a tempo indeterminato e 12 con contratto di somministrazione agenzia Lavorint), e 9 unità infermieristiche (4 in degenza e 5 dedicate esclusivamente in sala operatoria).
Questa diversificazione di professioni è totalmente in contrapposizione con il modello organizzativo mono professionale, che si basa solo ed esclusivamente su risorse adeguatamente preparate per lo specifico setting assistenziale dell’area materno infantile, D.M. 740/1994.
Sono presenti pertanto, 2 ostetriche in sala parto, 1 ostetrica ed 1 infermiera in sala operatoria e 2 ostetriche ed 1 infermiera in degenza che devono occuparsi di tutta l’attività ordinaria, degenza, PS Ostetrico Ginecologico, ambulatorio di cardiotocografia, gravidanza a rischio oltre appunto ad eventuali urgenze. Tale dotazione organica risulta essere totalmente incongrua con il carico di lavoro.
Altra problematica che intendiamo sottoporre alla Vostra attenzione riguarda la carenza di Operatori Socio Sanitari assegnati all’U.O. Ostetricia Ginecologia.
Ad oggi la dotazione organica è composta di 1 sola unità con orario ridotto che si staziona in degenza mentre altre 5 unità (1 per turno) sono assegnate in sala operatoria, pertanto, non possono assicurare una presenza costante che si occupi delle molteplici attività che potrebbero svolgere.
Proprio in questo contento di mono professione, la presenza dell’OSS dedicato è fondamentale, oltre al fatto che permetterebbe all’Ostetrica di poter occuparsi esclusivamente dell’assistenza materno infantile in maniera diretta cosi come indicato dal D.M. 740/1994.
Venendo meno come appena descritto tale figura di supporto le ostetriche, sono costrette a svolgere mansioni del tutto inferiori al loro profilo professionale e giornalmente dequalificate.
La carenza di Operatori Socio Sanitari e la seguente deprofessionalizzazione è stata oggetto della nostra precedente nota n. 63/2019.
Ulteriori problematiche che intendiamo far emergere riguardano soprattutto criticità strutturali che violano la normativa vigente sulla privacy, infatti, l’ambulatorio dove si dovrebbe praticare esclusivamente attività di cardiotocografia (dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 18) è utilizzato contemporaneamente per tracciati delle degenti e per tracciati in caso di iniziale travaglio, in barba ovviamente a tutti i principi di privacy e rispetto delle normative vigenti.
Mentre per quel che concerne le gravidanze a rischio il martedì dalle 8 alle 13 è attivo un ambulatorio che vede la presenza attività di un ginecologo ma non l’ostetrica dedica.
Tutte queste attività ovviamente non vengono effettuate con personale dedicato e pertanto l’ostetrica addetta alla degenza deve lasciare le attività che sta svolgendo e dedicarsi a tali.
Inoltre intendiamo far emergere problematica del PS Ostetrico Ginecologico attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Ovviamente fa discutere molto il suo utilizzo dove l’ostetrica si occupa semplicemente di aspetti meramente burocratici. In diverse realtà ospedaliere Italiane il PS ostetrico/ginecologico è un’area ospedaliera dedicata alle donne che presentano problemi urgenti in gravidanza (perdite di sangue e/o di liquido amniotico, dolori, prolungata immobilità del feto) e, più generalmente, in tutti i casi in cui si renda necessario un controllo urgente e non sia possibile consultare il proprio ginecologo di fiducia. E’ direttamente collegato ai reparti di ostetricia e ginecologia dell’ospedale ed alla sala travaglio-parto.
Le donne che accedono al pronto soccorso ostetrico, dopo una valutazione del tipo di urgenza (triage ostetrico), vengono visitate e trattate sulla base dell’inquadramento diagnostico ostetrico-ginecologico, avvalendosi dell’ecografia ostetricoginecologica, del monitoraggio cardiotocografico e degli esami di laboratorio.
L’obiettivo del triage è regolare l’accesso al pronto soccorso secondo la gravità delle condizioni materno-fetali. L’ostetrica, formata ad operare secondo protocolli codificati, accoglie la donna e, in base al sintomo o alla patologia, valuta la gravità della condizione clinica e stabilisce la priorità di accesso alla visita del medico di pronto soccorso, in modo da superare così la logica della lista d’attesa basata solo sull’ordine di arrivo.
Questo è il reale obiettivo del PS ostetrico, ovviamente visto in un contesto mono professione e nel rispetto delle competenze e che deve necessariamente vedere la presenza di un’ostetrica adibita a tale attività oltre al riconoscimento dell’indennità così come sancito dal CCNL in vigore.
Ci preme sottolineare la preoccupante carenza di alcuni importantissimi presidi sanitari come il saturimetro palmare, cardiotocografi numericamente insufficiente, ma soprattutto l’assenza della lavapadelle, considerato un dispositivo di lavaggio indispensabile negli ambienti sanitari, per mantenere standard igienici sempre elevati e garantire la completa sanificazione, necessaria proprio per impedire rischi d’infezione e trasmissione di malattie.
Non tutti i degenti, inoltre, possono disporre dei bocchettoni di aspirazione e somministrazione dell’ossigeno terapia.
Altra carenza strutturale riguarda la cosiddetta sala travaglio utilizzata appunto per il travaglio ma anche per imminenti cesarei, aborti, isterectomie ecc, ovviamente le pazienti stazionano contemporaneamente una accanto all’altra senza alcuna distinzione di intervento, senza alcun rispetto delle vigenti norme di privacy. Sia la sala travaglio che la sala parto sono costituite da attrezzature ormai obsolete e non in linea con i criteri di accreditamento del SSN.
Ovviamente tutti gli operatori obliterati da eccessivi carichi di lavoro, operano in condizioni difficili con turni che, talvolta, non garantiscono l’adeguato recupero psicofisico.
Tale situazione sta motivatamente mettendo a dura prova la resistenza psico-fisica degli operatori e genera un chiaro rischio per la salute degli stessi e dei pazienti. Infatti, nonostante l’impegno profuso è sempre più difficile garantire l’assistenza in sicurezza, inoltre è forte la preoccupazione e la paura che si possano verificare episodi di “mal pratica”, dovuti ad eccessivi carichi di lavoro, continue distrazioni per ottemperare a tutte le attività. Questa situazione, potrebbe, quindi esporre sia i pazienti/utenti sia gli stessi operatori sanitari in servizio ad importanti rischi per la difficoltà di fornire un’assistenza adeguata.
In virtù di quanto sopra descritto la scrivente O.S. Fials chiede:
Nell’auspicio che le oggettive e motivate richieste espresse nella presente istanza siano prontamente raccolte, onorate e corrisposte vogliamo sperare che non si debba ulteriormente intervenire su tale area lavorativa.
Nel frattempo, la scrivete O.S. chiede un immediato tavolo di confronto in sede di gruppo tecnico bilaterale per affrontare, risolvere ed eventualmente monitorare tale problematica, inoltre in considerazione delle gravissime carenze strutturali appena elencate si invia la nota anche agli RLS proprio per una loro valutazione dei rischi.
Vista la gravità della problematica evidenziata, al fine di salvaguardare l’utenza ma anche per salvaguardare la sicurezza degli operatori, la presente ha valore di formale diffida non essendo più tollerabile che gli operatori debbano continuare a svolgere la loro complessa e specifica attività in un contesto così come sopra descritto.”
Redazione Nurse Times
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