È un Ordine delle professioni infermieristiche che riparte da tante certezze, quello di Torino, riunitosi in assemblea per la presentazione del conto consuntivo e del bilancio di previsione 2018. Nella riunione degli iscritti sono emersi chiaramente i punti fermi su cui gettare le basi per il futuro.
Rispetto all’anno scorso, tante cose sono cambiate. Basti pensare che nel 2017, a seguito del mancato raggiungimento nelle tornate elettorali di ottobre e dicembre, il consiglio direttivo uscente non ha indetto una terza tornata elettorale, determinando così il commissariamento dell’Opi e dando vita alle incertezze di un “interregno” che si è concluso solo la scorsa estate con le elezioni di giugno, che hanno portato all’elezione del nuovo consiglio direttivo e alla nomina del presidente Massimiliano Sciretti.
«Il nostro primo obiettivo – spiega proprio Sciretti – è sostenere la crescita culturale degli iscritti e la tutela del cittadino/utente. Senza dimenticare la necessità di recepire le istanze dei professionisti e di ampliare la visione disciplinare»
.Opi Torino si pone quindi come una istituzione “aperta”, flessibile e attenta alle necessità espresse dalla numerosa comunità degli iscritti. Ma anche promotrice di dialogo e di confronto, sia all’interno della professione, che nel rapporto con le altre attività del settore sanitario. Un Ordine che, maggiormente autonomo rispetto al passato, vuole essere più vicino ai suoi iscritti.
«Puntiamo a implementare i sistemi di dialogo e di comunicazione digitale – aggiunge il presidente –, a favorire l’ingresso del professionista mediante la Consulta Opi Giovani e a organizzare eventi per avvicinare all’Ordine sia gli infermieri che i cittadini».
Senza dimenticare i servizi a sostegno della professione. Tra gli obiettivi c’è infatti quello di organizzare osservatori sul sempre più diffuso fenomeno delle aggressioni agli infermieri, sul demansionamento e sull’esercizio abusivo della professione. E parallelamente c’è la volontà favorire sinergie e collaborazioni con altri soggetti, come conferma Sciretti: «Pensiamo a partnership con università e associazioni scientifiche, con associazioni di malati e cittadini, e a forme di collaborazione con sindacati, enti e altre professioni».
Redazione Nurse Times
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