“Ai nostri medici e a tutti gli operatori sanitari che si sono spesi con grande generosità e passione per assistere tutti i malati, Covid e non Covid, va oggi il nostro grazie. Ai cittadini raccomandiamo di affidarsi ai loro medici, alle cure e alla scienza: i vaccini, i nuovi farmaci saranno un utile ausilio per uscire dalla pandemia. Ai decisori, infine, ricordiamo che la salute è un bene primario e diritto di ogni persona: è il momento di agire per garantirla a tutti secondo i principi di universalità, eguaglianza, equità” a parlare è il presidente della FNOMCeO, la Federazione degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli. Le parole arrivano in occasione della XXIX Giornata mondiale del Malato.
“Sono i medici, sono gli operatori sanitari che hanno permesso a questo Paese di poter assistere tutti con dignità – afferma il presidente -. Lo hanno fatto pagando un prezzo altissimo, sino all’estremo sacrificio: sono oltre 110.000 i sanitari contagiati; 312, ad oggi, i medici e gli odontoiatri che hanno perso la vita”.
“E lo hanno fatto per incarnare sino in fondo i principi del Codice, del Giuramento: curare tutti, senza discriminazione alcuna. Perché ogni vita conta- aggiunge ancora -. È nell’alleviare il dolore, nella cura della sofferenza che si scopre il senso, la vocazione dell’essere medici: fare il bene, operare per il bene della persona e della comunità. Tutte le competenze acquisite, le abilità possedute per esercitare questa straordinaria professione hanno un’unica finalità: fare il bene. Il bene della persona e di tutti i cittadini, senza distinzioni”.
“Tutti gli individui, nella loro unicità, sono uguali per il medico; tutti hanno il diritto a vedersi tutelata la propria salute per il solo fatto di essere persone umane – argomenta Anelli -. Il medico diventa così uno strumento fondamentale della democrazia del bene, ossia garante di quei diritti che rappresentano il bene per ogni persona umana”.
“La cura rappresenta il momento più alto della reciprocità, del patto che lega la persona e il medico. Un’alleanza fondata sulla fiducia del malato nei confronti del medico e sull’impegno del medico a mettere a disposizione del malato tutte le sue competenze, conoscenze, valori – conclude Anelli -. Un patto fondato sul rispetto della dignità della persona, dei diritti del malato e del professionista, nella consapevolezza che il rispetto reciproco e la sincerità nei rapporti costituiscono il percorso migliore per far incontrare i bisognosi di cura e coloro che curano”.
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