Gaza, migliaia di persone al funerale dell’infermiera palestinese uccisa da un cecchino israeliano

Israele dichiara di aver avviato le indagini sulla tragica morte di Razan al-Najjar. La rabbia della madre: “La sua unica arma era il gilet medico, dal quale si sentiva protetta”.

Pochi giorni fa vi avevamo parlato di Razan al-Najjar, infermiera palestinese di 21 anni uccisa a Gaza da un cecchino israeliano durante la Great Return March. La tragedia è avvenuta dopo settimane di proteste, che hanno visto morire più di 100 manifestanti palestinesi.

È la seconda infermiera ammazzata. Almeno altri 200 operatori sono stati feriti. L’esercito israeliano ha dichiarato che sta indagando sulla morte della ragazza e ha aggiunto che lavora per ridurre al minimo il numero di vittime nella Striscia di Gaza. Razan è morta a poche centinaia di metri dalla sua casa di Khan Younis, vicina alla recinzione che separa Gaza da Israele. Sabato migliaia di persone sono scese per le strade di Gaza per i suoi funerali. Le strade e i lampioni che circondano la casa della giovane infermiera sono stati adornati con una foto che la ritrae sorridente.

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La madre di Razan al-Najjar.

La CNN è stata accolta dal padre di Razan all’interno della sua casa e poi ha intervistato la madre. La donna, Sebreen, era vestita di nero e stringeva forte il gilet che usava la figlia al lavoro, ancora intriso del suo sangue. Ha raccontato che la figlia faceva la volontaria dall’inizio delle proteste. Poi ha aggiunto: “Aveva una corporatura gracile, ma era molto forte. La sua unica arma era il gilet medico, dal quale si sentiva protetta”

. Sebreen ha infine chiesto giustizia per la figlia e, indicando il suo identificativo medico, ha urlato: “Ecco la sua arma! È questa l’identità di un terrorista?”.

Nella città di Gaza un gruppo di volontari palestinesi si sono riuniti fuori l’ufficio delle Nazioni Unite per protestare contro l’esercito israeliano che, a loro avviso, ha come obiettivo i medici palestinesi. Un volontario che ha lavorato al fianco di Razan al-Najjar ha rivelato che anche lui è stato colpito e vuole che tutto il mondo sappia cosa è successo. Il giorno della sua morte la ventunenne si è recata nel luogo della proteste palestinesi, si è mossa lentamente e ha mostrato il suo badge di identificazione medica. Nel momento in cui si apprestava a curare un uomo palestinese ferito, un cecchino le ha sparato. Gli amici e i colleghi volontari hanno ribadito che la ricorderanno per il suo coraggio e che continueranno a svolgere il loro lavoro.

Fonte: www.marsalaoggi.it

 

Redazione Nurse Times

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