Firenze, Nursind: “A Careggi infermieri dirottati da emergenze a interventi ordinari. Così aumenta il rischio clinico”

La denuncia del sindacato: “Dotazioni sotto organico: solo in 15 in servizio dopo le 20 al Deas, stesso contingente del presidio ospedaliero di Empoli. Ma qui arrivano pazienti da tutta Italia”.

“Uso ingiustificato sistematico dello strumento della reperibilità, con aumento del rischio clinico. Oltre a una costante carenza di personale infermieristico in servizio al Deas durante il turno di notte: solo 15 persone, quante quelle di turno in un ospedale di medio livello come quello di Empoli”. La denuncia arriva dal Nursind, sindacato autonomo degli infermieri, in merito al presidio ospedaliero di Careggi (Firenze).

“Da anni chiediamo all’Azienda Ospedaliera Universitaria di Careggi i numeri sulle dotazioni organiche e sull’organizzazione degli interventi chirurgici ordinari – dichiara Paolo Porta (foto), segretario aziendale Nursind –, senza ricevere alcuna risposta. L’Azienda fa un uso scorretto e ingiustificato della reperibilità: la durata degli interventi ordinari sfora sistematicamente l’orario di lavoro, portando all’attivazione degli infermieri reperibili, che vengono così sottratti al servizio di emergenza-urgenza per sopperire all’attività ordinaria e programmabile”

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Aggiunge Filippo Mosti, rappresentante sindacale Nursind, eletto nella Rsu di Careggi: “Un comportamento scorretto, che accresce il rischio clinico: in questo modo l’urgenza rimane scoperta. Il problema delle liste d’attesa non può essere risolto così. Oltre a essere sotto organico, il personale infermieristico soffre di una cattiva gestione: non è comprensibile che un presidio ospedaliero da 300/400 accessi giornalieri in media possa avere lo stesso numero di infermieri in servizio di notte di un ospedale come quello di Empoli. Careggi accoglie pazienti da tutta la regione e da tutta Italia, essendo altamente specializzato”.

Concludono i rappresentanti sindacali: “Il Deas è frutto di investimenti milionari e vuole rappresentare un modello di assistenza innovativo. Eppure il personale è gestito ancora come vent’anni fa, in piena contraddizione con il Contratto nazionale. L’Azienda ospedaliera risponda sulle dotazioni organiche e metta finalmente ordine in una gestione sconsiderata del personale”.

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