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Ferrara, stroncato da arresto cardiocircolatorio mentre mangiava in ospedale: 15 indagati

Per il decesso dell’86enne Francesco Catozzi indaga la Procura della Repubblica. L’ipotesi di reato è quella di concorso in omicidio colposo.

E’ morto all’inizio del novembre scorso all’ospedale Sant’Anna di Cona (frazione di Ferrara), dove era ricoverato da circa un mese per alcuni problemi cardiaci. Le condizioni di Francesco Catozzi, 86 anni, si erano aggravate per via di complicazioni intestinali proprio quando i medici avevano deciso le dimissioni.

Ne era nata la necessità di una terapia specifica e poi di un periodo di digiuno, concluso il 4 novembre del 2022 quando, si decise di tornare alla somministrazione di cibo. Trascorsi pochi minuti, la morte per arresto cardiocircolatorio. I famigliari della vittima, a quel punto, hanno deciso di presentare un esposto alla Procura della Repubblica di Ferrara per chiedere di fare luce su tutti i passaggi che hanno portato al decesso e sul tipo di cure somministrate.

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In particolare, i parenti vogliono capire se l’arresto cardiocircolatorio sia stato causato dall’ingestione di cibo, situazione che avrebbe provocato una sorta di soffocamento, oppure se vi sia stato il processo inverso, cioè il problema cardiaco sopraggiunto proprio nel momento in cui l’uomo aveva iniziato a mangiare.

All’esposto è seguita l’apertura di un’indagine, coordinata dal pubblico ministero Andrea Maggioni

, da cui è derivata l’iscrizione nel registro degli indagati di 15 sanitari dell’ospedale ferrarese, tra medici, infermieri e operatori sanitari. L’ipotesi di reato è quella di concorso in omicidio colposo. La consulenza medico-legale disposta dal pubblico ministero avrebbe rilevato la sofferenza cardiaca occorsa al momento del pasto.

Dopo avere acquisito le cartelle cliniche, la Procura sta ascoltando gli indagatiper ricostruire l’accaduto. Lunedì è stata la volta di un’infermiera che aveva assistito Catozzi nell’ultimo turno e che ha raccontato al magistrato le operazioni compiute. Lo stesso avrebbe dovuto fare il medico che era insieme a lei, ma il suo interrogatorio è stato però fissato per un’altra data. A conclusione della tornata di interrogatori, il pm deciderà se chiudere le indagini o chiedere l’archiviazione per tutti o per parte degli indagati.

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