Massimo Randolfi

Fattori di rischio, mortalità e outcome cardiovascolari in pazienti affetti da diabete tipo 2

Fattori di rischio, mortalità e outcome cardiovascolari in pazienti affetti da diabete di tipo 2 sono stati oggetto di studio in una recente ricerca pubblicata su PubMed.

BACKGROUND

I pazienti affetti da diabete di tipo 2 manifestano un rischio superiore di morte per accidenti cardiovascolari rispetto alla popolazione generale.

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Il team diretto dal prof. Rawshani ha ricercato interventi atti a ridurre o eliminare l’incrementato rischio di morte per eventi cardiovascolari tra i pazienti affetti da diabete di tipo 2.

METODOLOGIA

In uno studio di coorte sono stati inclusi 271.174 pazienti affetti da diabete di tipo 2 registrati nello “Swedish National Diabetes Register” raccogliendo 1.355.870 parametri quali età anagrafica, sesso e paese di origine.

I pazienti diabetici sono stati suddivisi in fasce di età differenti e in base ai seguenti fattori di rischio presentati:

  • elevati valori di emoglobina glicata
  • elevati valori di colesterolo LDL
  • presenza di albuminuria
  • fumo
  • ipertensione arteriosa

La regressione di Cox è stata utilizzata per studiare l’aumentato rischio dei seguenti outcome:

  • morte
  • infarto miocardico acuto
  • ictus cerebrale
  • ricovero per scompenso cardiaco

Ogni risultato è stato associato con il fattore di rischio “Fumo” e con le rispettive variabili fuori range.

È stata inoltre analizzata la correlazione tra i vari fattori di rischio e relativi outcome cardiovascolari.

RISULTATI

Il periodo di follow-up medio tra i partecipanti allo studio è stato di 5,7 anni, durante il quale 175.345 morti si verificarono. Tra i pazienti affetti da diabete di tipo 2, l’incremento di rischio di outcome è risultato diminuito per ogni variabile inclusa nel range di riferimento.

Tra i pazienti che hanno presentato tutte le variabili analizzate nei limiti, l’hazard ratio (ovvero la stima del rapporto tra il tasso di rischio nel gruppo in studio confrontato con quello del gruppo di controllo) per morte conseguente a qualsiasi causa, confrontata con il gruppo di controllo è risultata 1,06 (95% intervallo di confidenza [CI], da 1.00 a 1.12), l’hazard ratio per infarto del miocardio acuto è risultato 0.84 (95% CI, da 0.75 a 0.93) e l’hazard ratio per ictus cerebrale invece 0.95 (95% CI, da 0.84 a 1.07).

Il rischio di ospedalizzazione per scompenso cardiaco è risultato essere significativamente maggiore tra i pazienti diabetici rispetto al gruppo di controllo (hazard ratio, 1.45; 95% CI, da 1.34 a 1.57).

Nei pazienti affetti da diabete di tipo 2, un valore di emoglobina glicata fuori range è risultato essere il più importante  campanello di allarme per Ictus Cerebrale e Infarto del Miocardio Acuto. Il fumo invece è risultato essere il principale fattore di rischio.

CONCLUSIONI

I pazienti affetti da diabete di tipo 2 che hanno le 5 variabili entro il range di riferimento avrebbero un basso o assente rischio di morte per infarto del miocardio acuto o ictus cerebrale, se confrontati con la popolazione generale.

Simone Gussoni

Studio completo

Dott. Simone Gussoni

Il dott. Simone Gussoni è infermiere esperto in farmacovigilanza ed educazione sanitaria dal 2006. Autore del libro "Il Nursing Narrativo, nuovo approccio al paziente oncologico. Una testimonianza".

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