Il riflesso di Moro o startle è un riflesso arcaico (primitivo) che tende a scomparire entro il 6° mese di vita e che si manifesta come una reazione di soprassalto causata da stimoli quali un rumore intenso e improvviso, ma si può evocare anche sollevando il bambino, in posizione supina, da un piano sospingendolo per la schiena e lasciandolo andare indietro subito dopo in modo un pò brusco.
Il neonato, così, in una prima fase, sobbalza e rapidamente abduce ed estende le braccia allargando le dita a ventaglio compiendo un movimento simile ad un abbraccio. In una seconda fase si verifica una lenta flessione degli arti superiori e adduzione sul tronco con chiusura delle mani a pugno, come una specie di reazione di aggrappamento.
La valutazione della simmetria del riflesso è importante per escludere lesioni del plesso brachiale da un lato. Nell’evoluzione umana lo sviluppo di questo riflesso potrebbe trovare spiegazione perché aiuterebbe il bambino ad aggrapparsi meglio alla propria madre quando è preso in braccio e permetterebbe, in caso di perdita dell’equilibrio, una presa più sicura sul corpo materno.
Ulteriori riflessi primitivi, mediati dal tronco e dal midollo spinale, che facilitano l’adattamento del neonato all’ambiente extrauterino ricco di stimoli sensoriali e che scompaiono con la maturazione del sistema neuronale, sono rappresentati da riflessi assolutamente spontanei, come quello di deglutizione e attivati da sollecitazioni esterne, come il riflesso di prensione, suzione, marcia automatica ed altri.
Oggi, comunque, alla valutazione dei riflessi ai quali in passato veniva attribuita una grande importanza, si preferisce associare l’osservazione prolungata del neonato e dei suoi movimenti (intensità, ritmo e simmetria), anche attraverso l’aiuto di una videocamera, per ottenere informazioni più precise e seguire lo sviluppo neurologico nel tempo.
Il neonato che non ha alterazioni neurologiche presenterà i ‘General Movements’, cioè i movimenti grossolani delle braccia, gambe, collo e tronco, fluenti ed eleganti con una certa variabilità e complessità, presenti, in genere, per i primi due mesi di vita.
Ritornando al Prof. Moro ricordiamo che è stato un eccellente medico ricercatore in ambito pediatrico ed è conosciuto proprio per la scoperta del suo riflesso primitivo presente nel bambino nei primi mesi di vita ma non tutti sanno che ha inventato la zuppa di carote chiamata proprio ‘Carote del professor Moro’, che ha permesso, a quei tempi, di ridurre drasticamente in Germania il tasso di mortalità nei bambini a causa della diarrea.
L’effetto benefico della zuppa, come dimostrato da studi successivi di Altri Autori, è legato agli oligosaccaridi acidi che si formano negli estratti acquosi di carote (zuppa di carote) che determinano una minore aderenza dei batteri alla mucosa dell’intestino e quindi una importante riduzione delle infezioni gastrointestinali acute nei bambini.
Dentico Domenico
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