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Emergenza infermieri in Italia: proposte di ripresa e sviluppo della professione

Si è tenuto il 22.06.2022 a Milano presso la Sala Pirelli l’evento organizzato dall’associazione “Orgogliosamente Infermieri”(OMINF) dal titolo “Emergenza infermieri in Italia: proposte di ripresa e sviluppo della professione”

L’evento, con il contributo del Presidente del Gruppo Consiliare Fratelli d’Italia, rappresentato dal Dott. Avv. Franco Lucente, è divenuto teatro di confronto e interlocuzione tra professionisti infermieri operativi ed esponenti politici, sindacali, dirigenziali ed ordinistici. Si è descritto lo scenario emergenziale in cui versa la professione infermieristica in Italia.

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Sono intervenuti Franco LUCENTE, Capogruppo Fdl Regione Lombardia; Barbara MANGIACAVALLI, Presidente FNOPI; Anna ROSSETTI, Dirigente Professioni Sanitarie – Ospedale San Raffaele Milano; Samuele SESSA, Consigliere regionale ARLI – CNAI; Sonia SERVINO, Infermiera, Magenta, socia OMINF; Tommaso SENNI, Avvocato; Gianluca SOLITRO, Presidente OPI Bergamo; Donato COSI, Dirigente Nazionale “NURSIND”; Ivan TRAPIN, Infermiere IEO, socio OMINF; Maria Gabriella SCRIMIERI, moderatrice e leader OMINF.

Gabriella Scrimieri evidenzia che l’evento deve essere inteso come un momento di dialogo tra istituzioni e professionisti dell’infermieristica dove condividereesperienze, competenze e idee che possano fungere da guida concreta per la politica e gli organi di rappresentanza professionale.

Il dott. Lucente sottolinea come la carenza di personale infermieristico sia un problema e di cui Regione Lombardia si sta occupando, proponendo strategie di ripresa e sviluppo della professione. L’impegno politico attuale è concentrato sulla riforma sanitaria n. 22 del Dicembre 2021 con cui si rinforzerà il territorio (con case di comunità ed ospedali di comunità) connettendo questa rete al sistema ospedaliero. In sintesi il pensiero del Dott. Lucente: Ascoltare significa ricevere proposte che devono essere portate avanti dalla componente politica.

Per la Dott.ssa Barbara Mangiacavalli, Presidente FNOPI, la carenza di personale infermieristico raggiunge ciclicamente lo zenit ogni quindici anni. Questo fenomeno riguarda oggi 29000 professionisti con posti vacanti nelprivato accreditato e nel socioassistenziale. La Corte dei Conti certifica che il personale è stato assorbito dal sistema sanitario pubblico in seguito a massicce procedure concorsuali fin dal 2020.

È sufficiente notare che il 40% dei posti letto totali nelle RSA risultano oggi chiusi a causa dell’impossibilità di garantire personale.

È evidente come il “Super OSS” non possa costituire plausibile e efficace risposta alla criticità; in primis a fronte dei requisiti di accreditamento e quindi non è logicamente accettabile l’ipotesi di risolvere la carenza di una categoria professionale specifica utilizzando operatori di diversa estrazione con competenze e responsabilità totalmente o parzialmente in contrasto con il profilo.

In un sistema sano, performante e logico, l’obiettivo corrisponde a qualificare maggiormente e con modalità differenti la risposta ai bisogni di assistenza e di salute dei cittadini, quindi l’impiego in Italia di personale straniero non iscritto all’ordine nel paese di provenienza, carente della abilitazione professionale quale meccanismo di tutela del cittadino (vedi Art. 32 della Costituzione) non è opzionabile.

Oltre alla carenza di personale già laureato, oggi, nonostante l’allargamento dei posti in formazione siano aumentati a 18000 unità, il totale dei laureati nel 2022 sarà di circa 10000 Infermieri, anche a causa dell’impossibilità organizzativa nel periodo pandemico, a svolgere tirocinio professionalizzante.

Il crollo dell’attrattività è causato soprattutto da un trend negativo dei livelli di competenza e del loro riconoscimento formale, giuridico e economico, seguito dall’ impossibilità dello sviluppo di carriera per chi è in possesso di competenze anche avanzate e certificate (master universitari), ad eccezione di quella gestionale (funzione di coordinamento e dirigenziale).

In questo quadro si fa pressante il turnover dei professionisti generato da cause molteplici, quali le dimissioni volontarie per la continua ricerca di condizioni lavorative più vantaggiose; l’abbandono dell’esercizio per ritmi e condizioni di lavoro rese proibitive soprattutto da situazioni limite (pandemia); l’aumento dei carichi di lavoro con la necessità di inserimento di risorse provenienti da realtà differenti e/o con esperienze insufficienti.

Una soluzione adottata da strutture perlopiù private, è stato il ricorso a cooperative, che hanno comportato il riassetto delle unità operative.

Appare evidente come la valorizzazione della formazione sia fondamentale per lo sviluppo sia delle competenze specialistiche (anche con percorsi universitari magistrali ad indirizzo clinico), che per l’intera categoria professionale. Sarebbero quindi auspicabili nuovi modelli di sviluppo della professione a livello nazionale, regionale e locale, grazie anche a una leadership nuova, efficace, efficiente.

Per scongiurare la carenza di Infermieri, è necessario esigere quel rispetto di categoria anche attraverso l’istituzione di dinamici e operativi tavoli istituzionali che vadano a dirimere la “questione infermieristica”.

La categoria oggi non può più vivere sentimenti di abbandono. Il Professionista Infermiere sta smarrendo il senso del suo essere e della sua professione anche a causa di eventi traumatici e psicologicamente impattanti come lapandemia. A tutela delle persone che si celano dietro alla professione è indispensabile promuovere la progettazione di laboratori specifici sulla vita emozionale, imparando a rispettarsi come professionisti e a rispettare maggiormente gli utenti. L’Infermiere oggi deve essere messo nella realecondizione di “saper fare” e “saper essere”.

La categoria infermieristica chiede di abolire il vincolo di esclusività, procedendo a una più attenta valorizzazione edimpiego delle competenze specifiche e specialistiche che porterebbe vantaggi sia per i professionisti che per le aziende sanitarie. Si risolverebbero problemi cogenti (ad es. le liste di attesa).

Tuttavia oggi non è giuridicamente possibile esercitare contemporaneamente attività ordinaria e in libera professione. Sarebbe utile una riforma giuridica, andando a normare il conflitto d’interesse specifico tra le attività.

Dal punto di vista ordinistico è necessario tornare a lavorare sulla qualità, supportando la valorizzazione dal punto di vista economico e della progressione di carriera e promuovendo in diversi ambiti l’immagine e l’identità dell’infermiere.

Recentemente è stato possibile apprezzare uno spiragliopositivo col rinnovo del CCNL 2019-2021 che segnaimportanti passi avanti dal punto di vista del riconoscimento della professione.

Associazione “OrgogliosaMenteinfermieri”

Redazione Nurse Times

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