Così il ministro del Lavoro. Ora si attende il decreto.
Come dichiarato dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando (foto), dovrebbe essere operativo a breve l’esonero contributivo 2021 per i professionisti. Ora si attende il decreto con tutti i dettagli, le regole e le procedure. Ma cos’è e a chi è indirizzato lo stop ai contributi per l’emergenza Covid? Lo riepiloghiamo di segito.
La Legge di Bilancio 2021 aveva previsto l’istituzione di un fondo per l’esonero dai contributi previdenziali per il 2021 dovuti da:
Il fondo aveva una dotazione finanziaria iniziale di 1 miliardo di euro. Successivamente il Decreto Sostegni ha aumentato le risorse a disposizione, portandole a 2,5 miliardi di euro. La Legge prevede un esonero dai contributi assistenziali e previdenziali, con esclusione dei premi Inail, per:
Il monitoraggio dei limiti di spesa sarà affidato agli enti previdenziali, che ne comunicheranno i risultati al ministero del Lavoro e delle politiche sociali e al ministero dell’Economia e delle finanze. Nel caso emergano possibili scostamenti, anche in via prospettica, le ulteriori domande saranno respinte. Da evidenziare il riferimento al dato del fatturato riferito all’intero anno 2020 rispetto all’intero 2019, invece che un confronto tra periodi di pochi mesi. Tale aspetto era stato da più parti criticato per la scarsa significatività.
Il ministro Orlando ha specificato di essere consapevole che occorre fornire sostegno a queste categorie e si è impegnato a monitorare e velocizzare l’iter del decreto attuativo. Ha anche affermato: “Il provvedimento è particolarmente complesso perché è necessario definire procedure diverse per categorie molto eterogenee tra loro di lavoratori: quelli iscritti alle gestioni speciali, i lavoratori iscritti alla gestione separata, i soci lavoratori di società e i professionisti componenti di studi associati, i professionisti iscritti alle casse previdenziali e, infine, medici, infermieri e altri professionisti e operatori già collocati in quiescenza”.
In una prospettiva più ampia, ha concluso il ministro “occorre poi considerare con particolare attenzione il lavoro autonomo nell’ambito delle riforme strutturali che devono accompagnare la fase della ripartenza e riattivare il percorso dello sviluppo, in particolare per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali”.
A questo proposito si ricorda anche la recente istituzione dell’Iscro, l’indennità di disoccupazione per gli autonomi, per la quale è già dovuta la contribuzione aggiuntiva da parte deli iscritti, ma anch’essa in attesa di una definizione puntuale delle tutele da garantire ai lavoratori autonomi.
Redazione Nurse Times
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