È allarme per il boom dei Covid-19 party: i giovani si raduno nella speranza di ammalarsi

Sono ormai migliaia gli adolescenti ed i giovani adulti ad aver partecipato ai cosiddetti “Covid-19 party”. Si tratta di feste abusive nelle quali molti teenager si radunano per sballarsi nella speranza di contrarre il Coronavirus.

Nel corso di questi raduni centinaia di invitati presumibilmente sani si incontrano in spazi chiusi in presenza di alcuni coetanei contagiati in isolamento domiciliare. Questi ultimi vengono considerati come delle vere e proprie “Guest Star” dai partecipanti speranzosi di poter diventare anch’esso positivi.

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Tutto ciò sarebbe fatto nella speranza di guarire successivamente, diventare immuni e poter poi tornare a girare liberamente per le strade cittadine senza mascherine.

“E’ una moda – scrivono i giornali – che si sta diffondendo soprattutto nello stato di Washington, il focolaio iniziale della pandemia in Usa dove i casi hanno superato le 15 mila unità con 834 vittime.”

“E’ inaccettabile ed irresponsabile – ha commentato Meghan DeBolt, direttrice dell’assessorato alla Sanità della contea di Walla Walla, nello Stato di Washingto – esporsi deliberatamente ad un contagio è rischioso per chi lo fa e per gli altri”.

Il desiderio di contagiarsi volontariamente per gli americani non sarebbe una novità assoluta. In passato molti genitori erano soliti portare i loro figli alle cosiddette “feste della varicella” per farli venire a contatto con altri bambini che avevano la malattia.

L’idea dei “Covid-19 party” ha cominciato a girare soprattutto dopo che le autorità sanitarie di tutto il mondo hanno cominciato a considerare l’idea dei passaporti d’immunità, il documento che certificherebbe l’assenza di rischio di contagio della persona che lo possiede. E che quindi consente a coloro che sono risultati positivi al virus e poi guariti di viaggiare o di tornare a lavoro più velocemente.

I Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta si sono espressi in merito, sconsigliando le feste Covid-19. L’ente federale che si occupa della salute pubblica negli Stati Uniti ha sottolineano quali siano i rischi. Solitamente i giovani che si espongono al contagio, nella maggior parte dei casi non hanno bisogno di un ricovero in ospedale per guarire. Il pericolo sarebbe però quello di poter infettare a loro volta persone più vulnerabili mettendo quindi a repentaglio la loro vita.

Dott. Simone Gussoni

Dott. Simone Gussoni

Il dott. Simone Gussoni è infermiere esperto in farmacovigilanza ed educazione sanitaria dal 2006. Autore del libro "Il Nursing Narrativo, nuovo approccio al paziente oncologico. Una testimonianza".

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