Bartolone si è tuffato e, grazie all’esperienza da ex assistente bagnante, è riuscito rapidamente a raggiungere la persona a nuoto, afferrandola saldamente alle spalle e trascinandola a riva.
Priva di coscienza, è stata rianimata dallo stesso infermiere fino a quando non sono sopraggiunto i Vigili del Fuoco ed I sanitari del 118, che hanno stabilizzato la donna trasferendola all’ospedale San Donà. È tuttora ricoverata in gravi condizioni pur non essendo più in pericolo di vita.
«È il mio lavoro»
È stata la prima dichiarazione dell’infermiere ai presenti. Il ragazzo, felicissimo per aver salvato una vita, non si sente però affatto un eroe.
«Il mio lavoro è salvare le vite umane», commenta, «lo faccio per mestiere tutti i giorni come infermiere in terapia intensiva. Ieri ho capito subito che quella signora voleva lasciarsi andare nelle acque del fiume appena l’ho seguita, assieme a mia moglie, con lo sguardo. Una scena insolita, una donna sola che camminava verso la riva, decisa, e poi imboccava quello scivolo per le imbarcazioni.
Allora ho detto a mia moglie che dovevo correre giù e lei ha concordato con me su questo. Ormai la donna era in acqua, già a metà del letto del fiume, ho nuotato velocemente verso di lei che aveva praticamente perso i sensi. L’ho presa e portata a riva. Era salva ed è questo che conta. Non conosco i motivi del suo gesto. So che lo rifarei sempre, la vita è troppo importante. Mi sento solo di dirle che si voglia bene».
Silvia Susanna, sindaco di Musile, è stata subito informata di questo salvataggio in extremis e ha proposto un riconoscimento ufficiale del Comune per l’infermiere 34enne.
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