Dislessia fonologica e superficiale: individuati i correlati anatomici

Uno studio italiano ha permesso di identificare le aree del cervello dove sono localizzate le due forme del disturbo.

Grazie a test neuropsicologici somministrati in tempo reale durante interventi di awake surgery per la rimozione di tumori cerebrali, un gruppo di ricerca italiano è riuscito a identificare le aree del cervello dove sono localizzate la dislessia fonologica e la dislessia superficiale. Il lavoro, pubblicato su Human Brain Mapping, nasce dalla collaborazione tra l’Irccs Medea, la SOC Neurochirurgia dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Integrata di Udine e l’Università di Milano-Bicocca.

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I ricercatori hanno analizzato le strutture neuroanatomiche che sono alla base della qualità della lettura in un gruppo di 49 pazienti, mentre venivano operati da svegli (awake surgery) per la rimozione di neoplasie cerebrali che coinvolgevano l’emisfero sinistro. Rispetto alla metodica tradizionale è stato usato un approccio molto più preciso (real-time neuropsychological testing), specifico per identificare e monitorare funzioni cognitive più complesse.

Tale approccio consente di monitorare intra-operatoriamente il funzionamento cognitivo a 360 gradi, usando una testistica innovativa più elaborata sullo status funzionale del paziente, espresso come percentuale di accuratezza nelle risposte. I pazienti sono stati sottoposti a una sequenza di diversi compiti neuropsicologici, come ad esempio comprensione, denominazione di immagini, ripetizione, test percettivi e test motori, memoria, che si alternano e si ripetono continuamente, incluso il compito di lettura di parole e di pseudo-parole, fino alla fine della resezione.

Analizzando le risonanze e i dati intra e post-operatori, sono stati identificati i correlati anatomici alla dislessia fonologica nella via dorsale dell’emisfero sinistro, includendo l’opercolo Rolandico, il giro frontale inferiore, il giro precentrale, giro sopramarginale, insula e parti del fascicolo longitudinale superiore, mentre i correlati della dislessia superficiale coinvolgono la via ventrale, includendo il giro temporale medio e inferiore giro e parti del fascicolo fronto-occipitale inferiore e del fascicolo longitudinale inferiore sinistro.

“Queste analisi ci hanno dato un’ulteriore conferma di come le funzioni più complesse lavorino in rete, cioè coinvolgano più strutture – spiega Barbara Tomasino, responsabile scientifico del Polo friulano dell’Irccs Medea –. Le immagini funzionali della risonanza cerebrale, insieme all’uso del navigatore, che mostra sull’immagine di risonanza la posizione intraoperatoria corretta, forniscono poi un quadro anatomico e un orientamento di supporto a quello che noi osserviamo durante l’intervento”.

Aggiunge il dottor Miran Skrap: “Il punto di partenza è la necessità in determinati tumori cerebrali a lenta crescita di ottenere un’asportazione tumorale quanto più radicale possibile. Per raggiungere questo scopo è spesso necessario operare in anestesia locale, così che il paziente sveglio e collaborante possa di fatto consentire un monitoraggio ideale di ciò che sta avvenendo durante la chirurgia, riducendo di molto il rischio di danni funzionali. Se per le funzioni cerebrali semplici questo monitoraggio è relativamente semplice, esso appare ben più complesso per delle funzioni cognitive superiori. Come si può immaginare, l’orizzonte di funzioni da identificare è molto esteso e di diversa complessità”.

Lo studio mostra come l’approccio di analisi ideato dal gruppo udinese possa essere altamente predittivo delle prestazioni di lettura post-operatoria. Inoltre, conoscendo il potenziale di recupero di questa abilità, la chirurgia può essere più incisiva, a beneficio della prognosi. Non ultimo, può contribuire ad aumentare la comprensione dei meccanismi coinvolti in una certa attività cognitiva.

Redazione Nurse Times

Fonte: Italia Salute

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