Deposito delle Dat, è guerra a colpi di emendamenti

Mentre Montecitorio ha iniziato la discussione sull’eutanasia, a Palazzo Madama si litiga sulle disposizioni anticipate di trattamento.

Comune in cui vai, applicazione delle Dat che trovi. Mentre ogni amministrazione locale interpreta a modo suo – o a volte s’inventa – una diversa attuazione della Legge 219 su “consenso informato e disposizioni anticipate di trattamento” (le Dat, appunto), dal Parlamento giungono ulteriori segnali di confusione.

Con un emendamento al disegno di legge di conversione del decreto legge “Semplificazioni”, 11 senatori del M5S hanno proposto di modificare la legge di fine 2017, stabilendo che le Dat non vadano più depositate nel Comune di residenza ma in quello di nascita, disponibili solo per il medico curante. Non solo: la banca dati nazionale delle Dat (non prevista dalla legge, ma indispensabile), prima di essere costituita, andrebbe assoggettata ad altri passaggi formali.

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Immediate le reazioni, con i Radicali che hanno parlato di “scusa perfetta per aggiungere ritardi ai ritardi” e la Società di cremazione (So.crem.) di Bologna che, rilanciando l’appello dell’Associazione “Luca Coscioni”, ha invitato ad attivarsi “per respingere un emendamento oscurantista”. Ecco allora i “contro-emendamenti”, prima firmataria Paola

Boldrini (Pd), sottoscritti da altri sei senatori di Pd, M5S e Misto-LeU: un tentativo di ripristinare la legge sulle Dat, dicono i sottoscrittori, smontata dal “gruppo degli 11” M5S, partito nel quale “confluisce di tutto e di più”, come osserva Paola Binetti, senatrice Udc, cercando di spiegare questo dissidio interno ai pentastellati sul fine vita.

Fatto sta che, mentre a Palazzo Madama si litiga sulle Dat, Montecitorio ha iniziato ieri la discussione sull’eutanasia. «Un fatto importante» per Marco Cappato, tesoriere della Coscioni, colui che, accompagnando dj Fabo a morire in Svizzera per suicidio assistito, ha dato avvio al procedimento culminato lo scorso 23 ottobre in Consulta. All’esito di quell’udienza la Corte costituzionale invitò le Camere non solo a legiferare su eutanasia e suicidio assistito, ma anche a farlo entro il 24 settembre 2019. Quel giorno i giudici costituzionali terranno una nuova udienza. E diranno una parola definitiva sulla legge che troveranno vigente.

Redazione Nurse Times

Fonte: Avvenire

 

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