Al Ministero della Salute riprendono gli incontri scientifico-istituzionali patrocinati dalla Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali nella II edizione de “La Sanità che vorrei…“. L’antibiotico -resistenza e le prospettive del PNRR al centro del primo dei 4 convegni in programma
“Intendiamo favorire una concreta riflessione sulle attuali emergenze infettivologiche. Tra i temi affrontati in questi incontri vi sono prevenzione, nuovi strumenti terapeutici, screening delle malattie infettive, cambiamenti climatici, Digital Healt, rapporto tra ospedale e territorio, formazione del personale medico” sottolinea il Prof. Claudio Mastroianni, Presidente SIMIT
L’IMPEGNO PER UNA NUOVA SANITA’ – Con l’incontro scientifico “L’antimicrobico resistenza: una minaccia globale” prende il via la seconda edizione del progetto “La Sanità che vorrei…”, promosso dalla Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, in collaborazione con altre società scientifiche, associazioni di pazienti, rappresentanze della società civile, imprese, decisori politici, sino alle istituzioni, con il Ministero della Salute parte attiva nell’affrontare le prossime sfide con un nuovo disegno per il SSN. Obiettivo è favorire i processi di prevenzione e formazione.
“Con questa iniziativa intendiamo stimolare una concreta riflessione sulle emergenze infettivologiche che ci troviamo ad affrontare già oggi e che potrebbero degenerare con effetti su ogni piano, come ha dimostrato il Covid-19 – sottolinea il Prof. Claudio Mastroianni, Presidente SIMIT – Tra i temi che verranno affrontati in questo ciclo di incontri, infatti, vi sono spunti di attualità come prevenzione vaccinale, nuovi strumenti terapeutici, screening nelle malattie infettive come intervento di sanità pubblica, infezioni emergenti e riemergenti, cambiamenti climatici e tropicalizzazione del clima, Digital Healt, Federalismo regionale, rapporto tra ospedale e territorio, formazione del personale medico, gestione dei PS, trattamento di cronicità e acuzie: tematiche di ineludibile attualità, rispetto alle quali non possiamo sottrarre le nostre riflessioni.
Il Covid ha dimostrato come sia indispensabile un approccio multidisciplinare dal punto vista scientifico e dal punto di vista della governance un’interazione tra clinici, istituzioni, autorità sanitarie, società civile”.
“L’antibiotico-resistenza è uno dei principali problemi di sanità pubblica – evidenzia il Prof. Massimo Andreoni, Direttore Scientifico SIMIT – La SIMIT è molto impegnata su questo: a livello formativo, abbiamo messo in campo un progetto per la creazione di un sistema hub&spoke per coordinare i vari centri di malattie infettive su Infection Control e Antimicrobial Stewardship.
Inoltre, con Resistimit stiamo realizzando una rete tra i diversi centri infettivologici italiani volta a creare un database dei germi multiresistenti che aiuti ad analizzare il fenomeno e a trovare soluzioni. A febbraio, il Ministero della Salute ha approvato il nuovo “Piano Nazionale di Contrasto all’Antimicrobico Resistenza 2022-2025”: per supportarne una concreta implementazione, SIMIT propone un tavolo tecnico che quantifichi l’impatto delle ICA in Italia, verifichi i dati di ogni nosocomio e crei un sistema di sorveglianza capillare. Inoltre, auspichiamo un impegno di tutti i direttori generali e la presenza in ogni ospedale di un infettivologo competente sul tema. Una stewardship antibiotica, come dimostrato dalla letteratura scientifica, può ridurre fino al 70% le infezioni resistenti agli antibiotici, soprattutto se coniugata a interventi per migliorare l’igiene degli ospedali e il lavaggio delle mani degli operatori sanitari”.
Le esigenze poste da un tema così rilevante necessitano di un supporto tecnologico all’avanguardia, con piattaforme che valutino nella loro completezza le Infezioni Correlate all’Assistenza, la circolazione di germi multiresistenti, l’applicazione di protocolli e le procedure di controllo, il corretto uso degli antibiotici. Innovazioni di questo tipo sono come quelle promosse dall’azienda italiana Nomos, rappresentata dall’amministratore delegato Giampiero Delli Rocili, che ha realizzato un software già in uso in diversi ospedali in cui vengono inseriti tutti i fattori utili per diminuire la resistenza dei germi e per capire quale fattore abbia provocato l’aumento della resistenza agli antibiotici.
Redazione NurseTimes
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