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Crollano al nord le iscrizioni a infermieristica: nessuno vuole fare più l’infermiere

E’ allarme. Sono scarse iscrizioni nelle facoltà di Infermieristica: il futuro della professione è a rischio

Preoccupa la crescente mancanza di giovani interessati a diventare infermieri. Dopo Genova (Vedi articolo) anche il Veneto segna un calo delle iscrizioni

Emergono preoccupanti dati sulle iscrizioni alle facoltà di Infermieristica nelle università italiane, in particolare nella regione veneta. Sempre meno giovani sono interessati a intraprendere questa professione vitale per il sistema sanitario, e le conseguenze potrebbero essere devastanti.

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Secondo i dati sulle pre-immatricolazioni dei giovani neo maturati alle facoltà universitarie per il nuovo anno accademico, solo una frazione degli studenti ha scelto di iscriversi a corsi di Infermieristica. La Uil di Venezia ha definito questi numeri “preoccupanti”. A Mestre, Mirano e Portogruaro, sedi dell’Ateneo di Padova, solo una percentuale limitata di studenti ha scelto questo percorso formativo. In particolare, a Portogruaro, solo il 32% degli iscritti rispetto alle domande, mentre complessivamente in tutta l’Università di Padova, che offre 1.050 posti per Infermieristica, ci sono state solo 800 richieste.

Sono solo 130 gli iscritti a infermieristica per i 200 posti tra Mestre e Mirano e solo 32 persone si contenderanno i 100 posti nella sede di Portogruaro. Ancora peggio è andata alle due sedi dell’Ateneo di Padova, che complessivamente ha, per Infermieristica, 1.050 posti a fronte di meno di 800 domande ricevute.

Questa situazione è allarmante, considerando che il settore sanitario è già alle prese con organici ridotti e con previsioni di un turnover sostenuto e pensionamenti.

Francesco Menegazzi, segretario generale della Funzione pubblica, e Igor Bonatesta, coordinatore provinciale di Uil Veneto, avvertono che “il mestiere deve tornare attrattivo altrimenti non avremo più infermieri nei nostri ospedali, nella sanità pubblica, ma anche negli ospedali privati e nelle case di riposo”.

La questione diventa ancora più critica quando si tiene conto degli abbandoni durante il corso di studi. Molti studenti, una volta iniziati, abbandonano gli studi di Infermieristica per vari motivi. Inoltre, negli anni successivi, alcuni decidono di iscriversi ad altri corsi come Medicina, Fisioterapia o Tecnico di radiologia. Come risultato, il numero di infermieri laureati è circa il 30% inferiore rispetto a quelli che iniziano il percorso.

Per rendere la situazione ancora più urgente, la Uil fa notare che nell’area veneziana ci sono circa 6.570 iscritti all’Ordine professionale degli Infermieri, un dato che si avvicina al numero di infermieri in servizio nel territorio provinciale. Nell’Ulss 3 Serenissima, ad esempio, ci sono circa 3.380 infermieri in servizio, a fronte di un fabbisogno stimato di 3.520. La situazione non è migliore nell’Ulss 4, dove sono presenti poco più di 1.000 infermieri.

Inoltre, la situazione è già critica nell’area del Veneto Orientale, dove è scaduta la graduatoria per infermieri. Questi dati evidenziano un futuro incerto per la professione infermieristica e mettono in evidenza la necessità di attuare misure concrete per incentivare i giovani a intraprendere questa professione cruciale per il sistema sanitario.

Cosa potrebbe convincere i maturandi ad iscriversi nuovamente ad un corso di laurea che garantisce un lauto stipendio da 1500 euro netti al mese e garantendo ai neolaureati di lavorare continuamente su turni notturni, domenicali, natalizi e molto altro ancora?

E’ imperativo che vengano adottate politiche volte a rendere la professione infermieristica più attrattiva, con incentivi finanziari, migliori condizioni di lavoro e programmi di sensibilizzazione per garantire un numero sufficiente di infermieri nei servizi sanitari, sia pubblici che privati, al fine di preservare la qualità dell’assistenza sanitaria per tutti i cittadini.

Redazione NurseTimes

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