Croce Rossa Corpo Militare, gli uomini del R.O.E.

Oggi, per il secondo anno consecutivo festeggiamo la festa della Repubblica in una modalità differente, rispetto a quella alla quale siamo abituati normalmente, con la consueta sfilata sui Fori Imperiali al cospetto del Presidente della Repubblica e delle più alte cariche dello Stato; oltre ad eventi ad esse correlati, che si svolgono in tutta Italia. È il secondo anno di pandemia, trascorso tra mille difficoltà; però questo 2 giugno cercheremo di viverlo in una forma più aperta rispetto all’anno scorso, in una cornice comunque emozionante ovvero nella Casa di tutti gli Italiani: il Quirinale, ma anche con momenti di commemorazione in tutte le citta, 8seppur in forma ridotta.

È un momento di festa, o almeno così dovrebbe essere, per tutti gli Italiani; ma inesorabilmente il pensiero costante di ogni uno di noi è rivolto all’anno appena trascorso in questa emergenza sanitaria.  È trascorso più di un anno dall’inizio di tutto, anche da quando i militari della Croce Rossa sono stati impiegati sul fronte del contrasto alla Pandemia da Sars Covid 19; si tratta di uomini di ogni ordine e grado, centinaia di infermieri, medici, logisti, autisti, architetti, cuochi, militari, con ogni specialità insomma, dispiegati su tutto il territorio nazionale sin dall’inizio. Sono stati i primi a scendere in campo volontariamente mettendo da parte le paure e lasciando a casa le loro famiglie, in un periodo di profonda incertezza per tutti.

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Impavidi sono stati pronti ed hanno lasciato tutto! Sono stati chiamati a lasciare immediatamente le loro attività quotidiane principali per essere impiegati nei primi contesti operativi pandemici, a partire dai rimpatri dei connazionali italiani ed europei provenienti dalle zone geografiche del mondo, che inizialmente erano le più colpite dalla propagazione del virus; assicurando così un adeguato rientro sul suolo nazionale per centinaia di italiani ed europei. Numerosi infatti sono stati i nostri sanitari altamente specializzati in biocontenimento ad essere impiegati sin dagli ultimi giorno di febbraio 2020 presso l’aeroporto militare di Pratica Di Mare e nelle strutture di quarantena, realizzate nelle aree del Comando Comprensorio Cecchignola. 

Li abbiamo visti spesso in televisione solitamente vestiti in mimetica, ma tante volte anche vestiti di bianco per le strade di Codogno prima; e poi, purtroppo, per tutta Italia: si tratta degli uomini del R.O.E (Reparto Operativo Emergenze) del Corpo Militare della Croce Rossa comandati dal Maggiore Gurgone Annibale il quale ha dispiegato e continua a dispiegare il personale sanitario a sua disposizione su tutto il territorio nazionale, ed infatti li abbiamo incontrati tra le corsie degli ospedali come personale militare in supporto ai medici ed infermieri delle rianimazioni. In un primo momento numerose unità, mezzi e risorse, furono convogliate in Lombardia, cercando di far da argine all’incalzante disastro sanitario, che si stava verificando soprattutto nella provincia del bergamasco e del milanese.

Ed in Lombardia come nel resto d’Italia, nelle successive settimane, i militari della Croce Rossa italiana hanno svolto numerosissime attività di supporto e assistenza alle popolazioni coinvolte, come ad esempio: il proficuo e laborioso lavoro di contact tracing, ma anche gli estenuanti turni presso i checkpoint dei comuni in zona rossa, all’allestimento di tende ospedaliere da campo, nonché il controllo  del loro funzionamento, con il personale medico ed infermieristico. Non possiamo tralasciare neanche il lavoro svolto dai numerosi militari un po’ in tutta Italia nel catalogare i corpi dei caduti per Covid19 ed il trasporto delle bare, un compito duro, lacerante.

24 ore su 24, senza sosta, garantendo una macchina sanitaria e logistica efficiente ed imponente, che sin da subito si è preposta due obbiettivi: arginare la pandemia in Italia e garantire assistenza sanitaria a tutti. I mesi di marzo, aprile e maggio 2020 sono stati I più duri per la Nazione; e per il Corpo Militare della Croce Rossa sono stati i primi tre mesi di duro lavoro, perché mentre tutta Italia era in lockdown, questi uomini non si sono persi d’animo ed hanno iniziato ad affollare le caserme per poi essere dispiegati dove più si necessitava.

Quanti occhi preoccupati, occhi di persone che non si sono mai risparmiati in questa Pandemia; dove nessuno poteva arrivare, sono arrivati i militari con la croce rossa sul braccio; dai paesini dell’entroterra, tra le Alpi e gli Appennini, alle isole. Il corpo militare della Croce Rossa non si è risparmiato, i suoi uomini del R.O.E. e di tutti gli altri Reparti hanno lottato contro il covid e continuano a farlo, sino al costo di sacrificare la propria vita; molti infatti sono deceduti, in quanto contagiati in servizio e non hanno superato le avversità di questo virus. 

 Persone che tuttora continuano a lavorare sodo, in un immane sforzo che vede precedenti solo nell’ultima guerra mondiale. Dentro la divisa uomini non come tanti, preoccupati per i loro famigliari lasciati a casa ma che con orgoglio servono questo paese gratuitamente senza aspettarsi nulla in cambio, sono gli uomini della Sanità Militare il personale Del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana. 

Oggi il Corpo Militare è in prima linea nella campagna vaccinale, una macchina capillare di quelle mai viste prima d’ora; infatti da fine dicembre 2020 per questi militari si è aggiunto un’ ulteriore servizio da garantire al Paese. Strutture, mezzi, personale della logica e personale sanitario sono attualmente impiegati su tutto il territorio nazionale per vaccinare sia all’interno degli Hub ma anche sul territorio raggiungendo numerosi concittadini anziani o con disabilità presso il loro domicilio.

Un lavoro immane, altamente sacrificante che può essere svolto solo da uomini così valorosi con un profondo sentimento umanitario e spinti da un fervente spirito di Servizio.

Volti di uomini, colleghi che hanno incrociato il loro sguardi nelle nostre caserme che presidiano l’Italia a difesa di ogni calamità sanitaria,  volti di chi smontava dalle notti nei presidi da campo, o occhi di colleghi che avevano terminato il turno di allestimento cadaveri, quanti volti tumefatti  dalle maschere facciali…; ci sono stati giorni bui come le tenebre quando il numero di decessi aumentava a dismisura ma proprio in qui giorni il Corpo Militare della Croce Rossa ha lavorato ancor più sodo per poter intravedere “quella luce infondo al tunnel che intravediamo oggi”. “…Tutta quella fatica non è stata vana!” queste le parole significative del Comandante R.O.E. Maggiore Gurgone.

Gustavo Castellano

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