Coronavirus, mortalità e degenza ridotte in pazienti trattati con remdesivir

Lo evidenziano i risultati di alcuni studi condotti su adulti e bambini, e poresentati durante il CROI 2021.

Durante il CROI 2021 (Conference on Retroviruses and Opportunist Infections) sono stati presentati alcuni studi che mostrano come la mortalità per Covid-19 è diminuita con l’introduzione di alcuni farmaci nella pratica clinica, tra cui remdesivir (RDV). Uno studio ha anche valutato tale farmaco nella popolazione pediatrica, mostrando un miglioramento clinico nel 70% dei casi. Problematiche di danno renale acuto sono state inoltre osservate maggiormente con lo standard di cura.

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Il primo studio di Mozaffari et al, che ha coinvolto pazienti ospedalizzati negli Stati Uniti, ha evidenziato che l’uso di desametasone e RDV è aumentato di circa dieci volte da maggio a novembre. Nello stesso periodo sono state osservate una riduzione del 35% della mortalità, una riduzione del 17% della durata della degenza (LOS) e del 20% della degenza in terapia intensiva. Oltre all’età, non erano evidenti differenze notevoli in base all’etnia.

Questo studio retrospettivo e di coorte ha esaminato l’utilizzo di remdesivir (RDV), desametasone, anticoagulanti, tocilizumab, sarilumab e baricitinib. La LOS mediana dell’ospedale e dell’unità di terapia intensiva (ICU) è stata valutata nel tempo. La mortalità intraospedaliera è stata identificata attraverso lo stato di dimissione. Sono stati anche riportati tassi di mortalità non aggiustati nel tempo. I pazienti avevano un’età media di 64 anni: il 64% erano bianchi, il 19% neri, il 53% maschi. I pazienti neri erano più giovani dei bianchi (media 60 vs 66 anni). Più del 20% aveva comorbidità significative che includevano malattie polmonari croniche, ipertensione e obesità.

Da maggio a novembre, l’utilizzo complessivo di RDV è aumentato dal 5% al 47%, l’utilizzo di desametasone è aumentato dal 7% al 77% e l’utilizzo del trattamento anticoagulante è diminuito dal 32% al 24%. Pochi pazienti hanno ricevuto tocilizumab (5%), sarilumab (0,02%) e baricitinib (0,003%). Tra i pazienti neri l’uso di RDV è aumentato dal 5% al 39% e l’uso di desametasone è aumentato dal 6% al 74%. La LOS complessiva per i pazienti è diminuita da 5 a 4 giorni durante questo periodo. Il tasso complessivo di mortalità intraospedaliera è diminuito del 35% e del 38% nei pazienti di etnia nera.

È stato condotto anche uno studio sulla popolazione pediatrica tra i 2 e i 17 anni che aveva bisogno di cure ospedaliere ed ossigeno supplementare. Generalmente, bambini e giovani sono asintomatici o paucisintomatici al Covid-19 ma in rari casi possono sviluppare una malattia severa. Nello studio CARAVAN, che è ancora in corso, RDV viene somministrato per un massimo di 10 giorni: 200 mg il giorno 1 seguiti da 100 mg al giorno nella coorte 1 (da 12 a 18 anni, peso ≥40 kg) o 5 mg/kg il giorno 1 seguiti da 2,5 mg/kg al giorno nelle coorti 2-4 (28 giorni fino a 18 anni, stratificato in base al peso).

Considerando i dati ad oggi noti e quindi su 27 pazienti, il 52% era sotto i 12 anni, il 56% era di sesso femminile e il 96% aveva almeno 1 comorbidità. Il numero mediano di dosi di RDV era 5. La maggior parte delle interruzioni di RDV erano dovute al miglioramento clinico. Al basale, il 67% richiedeva ossigeno supplementare, incluso il 22% in ventilazione invasiva. Al giorno 10, i valori erano rispettivamente del 26% e del 15%. In totale, il 70% ha mostrato un miglioramento clinico sulla scala ordinale a 7 punti al giorno 10.

La maggior parte (78%) ha avuto almeno un evento avverso, incluso il 17% con eventi avversi correlati al farmaco in studio; Il 7% ha interrotto il farmaco in studio a causa di un evento avverso. Eventi avversi gravi sono stati segnalati nel 33% dei pazienti; nessun evento avverso era correlato al farmaco in studio. Due pazienti sono deceduti entro 30 giorni dal completamento del trattamento. Anomalie di laboratorio di grado 3 o 4 sono state riportate nel 52% ma non erano evidenti problematiche di sicurezza relative a RDV.

Gli autori concludono che il 70% dei pazienti pediatrici trattati con remdesivir ha avuto un miglioramento clinico. Lo studio è in corso; l’arruolamento di neonati a termine e pretermine è in attesa della determinazione della dose da valutare. Un’analisi comparativa di due studi, uno randomizzato e uno prospettico di coorte sempre presentata al CROI ha evidenziato che RDV è associato a tassi di recupero clinico significativamente più elevati al giorno 14 e mortalità inferiore al giorno 28 rispetto ai non trattati con remdesivir nei pazienti ospedalizzati con grave infezione da SARS-CoV-2. Un ulteriore studio presentato a CROI su remdesivir evidenzia che eventi di danno renale acuto sono stati osservati meno frequentemente nei pazienti con COVID-19 moderatamente grave trattati con RDV rispetto a SOC.

Redazione Nurse Times

Fonte: PharmaStar

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