Coronavirus, l’allarme di Opi Pordenone: “Ancora troppi assembramenti”

Il presidente Clarizia sottolinea l’atteggiamento superficiale di molte persone e chiede ancora alla Regione di di togliere per qualche mese il vincolo di esclusività che gli infermieri hanno con le aziende affinché possano partecipare alle vaccinazioni.

“Non dobbiamo abbassare la guardia, ci sono ancora troppe persone che si ammalano e purtroppo muoiono”. L’invito al rispetto delle regole anti-Covid arriva da Luciano Clarizia, presidente di Opi Pordenone.

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“In questi giorni – prosegue – abbiamo assistito in tutte le città italiane a scene di folli assembramenti, senza utilizzare le minime precauzioni previste che tutti ben consociamo. Sabato e domenica, per esempio, a Piancavallo (frazione di Aviano, ndr) sembrava di essere in normalissime giornate di festa sulla neve, con migliaia di persone che prive di mascherine e senza alcuna attenzione erano riunite una vicina all’altra. Il Covid è presente, come lo era qualche mese fa o qualche settimana fa, e non è certamente sconfitto”.

Clarizia sottolinea che solo il vaccino può farci uscire da questa situazione: “E anche qui, purtroppo, i ritardi per l’arrivo, la confusione che regna su come e quando si potranno vaccinare le persone, la sta facendo da padrona”

.

L’Ordine ha proposto alla Regione Friuli Venezia Giulia di togliere per qualche mese il vincolo di esclusività che gli infermieri hanno con le aziende affinché possano partecipare alle vaccinazioni, senza però aver avuto ancora risposta: “Questo – evidenzia Clarizia – potrebbe permettere la messa in campo di numerosi professionisti e accelerare i tempi, recuperando anche le settimane perse in attesa dei vaccini. Infermieri che fuori orario di servizio possano quindi essere utilizzati in tutte le strutture messe a disposizione per l’avvio della vaccinazione ai cittadini, sperando che non si compia la follia di spendere milioni di euro per l’acquisto delle tanto pubblicizzate tende a forma di fiore, privilegiando invece altre sedi come caserme, ospedali ed edifici pubblici che sono a costo zero”.

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