Coronavirus, l’allarme dell’Oms: “Apice dell’epidemia non ancora raggiunto”

“La pandemia sta accelerando e non abbiamo ancora raggiunto l’apice”. A lanciare l’allarme è Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

“Ci sono volute 12 settimane – ha proseguito – perché il mondo raggiungesse 400mila casi di Covid-19, ma solo durante l’ultimo fine settimana si sono verificati più di 400mila casi nel mondo. In tutto contiamo 11,4 milioni di casi e oltre 535mila vite perse. Il numero di morti sembra essersi stabilizzato a livello globale, ma mentre alcuni Paesi hanno fatto progressi significativi nella riduzione del numero di decessi, altri vedono questo numero in aumento. Laddove si sono registrati progressi si sono attuate azioni mirate nei confronti dei gruppi più vulnerabili, ad esempio le persone che vivono in strutture di assistenza a lungo termine”.

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Quanto all‘origine del Covid-19: “Gli esperti dell’Oms viaggeranno verso la Cina sul prossimo volo disponibile per preparare piani scientifici con le loro controparti cinesi in grado di identificare la fonte zoonotica del virus. L’obiettivo della missione è avanzare nelle conoscenze sugli ospiti di animali del coronavirus e accertare come la malattia sia passata dagli animali all’uomo”.

Quanto alla trasmissibilità per via aerea del virus, sostenuta da 239 scienziati in una lettera aperta all’Oms, la responsabile tecnica dell’Organizzazione, Benedetta Allegranzi, ha affermato: “Stiamo collaborando con molti dei firmatari della lettera. Ci sono evidenze su questo tema e crediamo di dover essere aperti, studiando queste evidenze per comprenderne le implicazioni sulle modalità di trasmissione e sulle precauzioni da prendere. Ci sono alcune specifiche condizioni in cui non si può escludere la trasmissione aerea, soprattutto in luoghi molto affollati e chiusi”.

Maria Van Kerkhove, a capo del gruppo tecnico per il coronavirus dell’Oms, ha agginto: “Da aprile stiamo collaborando con molti degli esperti che hanno firmato questa missiva. Sono esperti in varie discipline, come l’ingegneria, che ci potranno aiutare, ad esempio nel comprendere l’importanza della ventilazione negli ambienti. Stiamo studiando e tenendo in considerazione ogni possibile via di contagio: quella aerea, quella via aerosol, quella da madre a figlio. Questo è un patogeno respiratorio, ma non escludiamo nessuna possibilità. Continuiamo a studiare le evidenze”.

Il capo delle emergenze sanitarie dell’Oms, Mike Ryan, ha poi rivolto gli auguri di pronta guarigione al presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, contagiato dal virus: “Anche altri leader hanno avuto la sua stessa esperienza. Nessuno è speciale: potenzialmente siamo tutti esposti; il virus non guarda chi siamo; siamo tutti vulnerabili. Il Brasile sta affrontando un periodo difficile: i casi sono stabili negli ultimi giorni, ma il sistema sanitario è sotto pressione e sta affrontando una carenza di posti letto in terapia intensiva. Il Paese deve rispondere all’epidemia con un approccio globale, così come diciamo da tempo”.

Sul tema ha chiosato il direttore Ghebreyesus: “Fin dal principio abbiamo chiamato questo virus ‘nemico pubblico numero uno’. Si muove velocemente, è un killer, ed è per questo che siamo preoccupati e lanciamo continuamente allarmi al mondo. Siamo tutti vulnerabili di fronte a questo nemico dell’umanità, e l’umanità deve rispondere all’unisono per combatterlo e sconfiggerlo. Auguriamo una veloce ripresa al presidente Bolsonaro e speriamo che i sintomi siano moderati, in modo che possa tornare al lavoro al più presto possibile per supportare il suo Paese”.

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