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Coronavirus, infermieri Nursing Up: Il Governo stanzi risorse per chi è in trincea da oltre un mese prevedendo un risarcimento economico

Il sindacato Nursing Up ha accolto con favore il recente bando per il reclutamento di 500 colleghi che andranno a dare una mano agli infermieri che già sono in trincea contro il Coronavirus

Roma, 30 mar. – Il sindacato Nursing Up ha accolto con favore il recente bando per il reclutamento di 500 colleghi che andranno a dare una mano agli infermieri che già sono in trincea contro il Coronavirus

Ma si tratta di una goccia nel mare. È poca cosa rispetto ai 4.700 infermieri che già mancavano in Lombardia prima dell’emergenza sanitaria, oppure ai 3.700 mancanti in Piemonte. Apprezziamo il pari trattamento riservato dai bandi della Protezione civile tra medici ed infermieri, riguardo al bonus previsto di 200 euro al giorno. Significa che non vi sono differenze che dipendono dalla professionalità degli interessati quando c’è di mezzo la vita umana.

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E proprio perché non ci sono disparità verso gli operatori che rischiano la vita in questo momento, noi del Nursing Up chiediamo al Governo di non tergiversare ulteriormente e di volgere lo sguardo agli infermieri in trincea. Chiediamo risorse ed indennizzi per i colleghi che da più di un mese ormai lavorano nei reparti Covid-19 e che non hanno ricevuto bonus di alcun tipo. Per coloro che non hanno avuto accesso ai rimborsi per l’alloggio e che sono stati costretti a prendere in affitto stanze intorno agli ospedali perché temono di contagiare i familiari.

Occorre tutelare i colleghi che, prima di ogni altra cosa, hanno messo a repentaglio le loro stesse vite partecipando da attori principali in un contesto emergenziale disorganizzato, senza dispositivi di protezione e lavorando nel disagio assoluto.

Si tratta di tutti quegli infermieri senza voce che rappresentano la forza vitale del nostro servizio sanitario e che si stanno ammazzando di lavoro in prima linea dal primo minuto, quelli che non tutti vedono mentre lasciano l’ospedale con i volti tumefatti per l’uso dei dispositivi di sicurezza, o con mani e piedi gonfi dopo dieci ore di lavoro continuativo, quelli che hanno difficoltà anche a respirare nelle loro tute di protezione. Ebbene è arrivato il momento di pensare proprio a loro.

Pretendiamo ora, senza se e senza ma, la valorizzazione degli enormi sacrifici affrontati e delle competenze messe in campo da loro e dagli altri professionisti sanitari con tanta abnegazione e generosità. Si pensi a loro, anche individuando forme di riconoscimento e di risarcimento economico, così come ha fatto la Protezione civile nei bandi per medici ed infermieri appena chiusi.

Redazione Nurse Times

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