Coronavirus, in rampa di lancio un’innovativa borsa termica per trasportare vaccini e tamponi: l’ha brevettata un infermiere

Il 52enne Renato Serci, cagliaritano di stanza a Udine, ha inventato Frigò, contenitore in grado di mantenere la temperatura interna a un livello superiore, senza l’utilizzo di gel o elettricità.

Renato Serci (foto), 52 anni, nato a Cagliari, è un infermiere che lavora all’interno della struttura di Chirurgia specialistica e in distacco al Servizio igiene pubblica, punto vaccinazioni, dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine. Dopo un’importante esperienza al Fatebenefratelli di Milano, nel 1999 ha vinto un concorso che gli ha permesso di trasferirsi in Friuli, e dall’inizio dell’incubo coronavirus ha accumulato diverse ore di lavoro straordinario, dedicandosi anima e corpo alla causa antipandemica.

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Una causa che ne ha stimolato un’altra vocazione. Serci, infatti, è anche un inventore, e a lui si deve l’ideazione di Frigò, prototipo di borsa termica resistente, pratica, sicura, che nei prossimi mesi potrebbe rivoluzionare il trasporto, le consegne e la conservazione dei vaccini anti-Covid, dei tamponi molecolari e di qualsiasi materiale sanitario che necessiti di una temperatura di conservazione inferiore a 12 gradi. L’infermiere cagliaritano cominciò a lavorarci nel 2013, quando disegnò le prime bozze di un oggetto che potesse rivelarsi utile sia per uso sanitario che domestico, ideale per conservare fiale o vaccini, ma anche cibi e bevande.

Il suo innovativo contenitore prese forma col deposito di un brevetto e la realizzazione dei primi esemplari nel 2014, dopo mesi di studio passati a selezionare i materiali più adatti e a ridurre i ponti termici e le dispersioni passive. Rispetto alle borse termiche attualmente sul mercato, Frigò è in grado di mantenere la temperatura interna a un livello superiore, senza l’utilizzo di gel o elettricità

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“Ognuno di noi deve dare il proprio contributo nella lotta al Covid – ha spiegato Serci in una recente intervista a TeleFriuli –. E Frigò può davvero essere utile all’interno della filiera del piano vaccinale che l’Italia e il Friuli Venezia Giulia stanno affrontando. Questo contenitore, al contrario dei dispositivi attualmente in uso, oltre a essere leggero e pratico, non disperde il freddo e mantiene basse temperature. Adesso che l’unica speranza contro il coronavirus sta nella prevenzione, nei tracciamenti e nei vaccini, Frigò può rappresentare uno strumento valido per agevolare il lavoro di medici e infermieri che ogni giorno devono garantire i migliori standard nei minori tempi possibili.

La speranza di Serci è che Frigò possa attrarre l’attenzione di qualche investitore o di qualche ente pubblico interessati a metterla in produzione. Un’importante società di medicina del lavoro ha già mostrato interesse, e pare che qualcuno si sia fatto avanti da Cina, Belgio e Francia, ma al momento tutto resta top secret. Intanto è nata una squadra di professionisti per aiutare e tutelare l’inventore. Ne fanno parte Simone Tutino, consulente del lavoro che segue in esclusiva il futuro sviluppo dei contatti commerciali in essere, Nicola Li Volsi, medico legale e del lavoro, e Ciro Vella, sviluppatore del progetto.

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