Coronavirus grave, dosi elevate di steroidi non migliorano gli outcome

Lo rivela uno studio condotto dal COVID STEROID 2 Trial Group e pubblicato sul Journal of the American Medical Association.

I risultati di uno studio pubblicato sul Journal of the American Medical Association mostrano che la sopravvivenza senza sostegno alle funzioni vitali al giorno 28 non differisce tra gli adulti con coronavirus e grave ipossiemia che ricevono desametasone 12 mg/giorno rispetto a desametasone 6 mg/giorno, somministrato per via endovenosa, per un massimo di dieci giorni.

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L’analisi, effettuata da Marie W. Munch e dai suoi colleghi del COVID STEROID 2 Trial Group, ha incluso pazienti (491 assegnati alla dose da 12 mg di desametasone e 480 a 6 mg) con Covid-19 confermato e con la necessità di almeno 10 L/min di ossigeno o ventilazione meccanica ricoverati in 26 ospedali in Europa e in India da agosto 2020 a maggio 2021.

L’endpoint primario dello studio era il numero di giorni di vita senza supporto vitale (ventilazione meccanica invasiva, supporto circolatorio o terapia renale sostitutiva). Degli otto endpoint secondari prespecificati, cinque sono inclusi in questa analisi (il numero di giorni di vita senza supporto vitale a 90 giorni, il numero di giorni di vita fuori dall’ospedale a 90 giorni, la mortalità a 28 giorni e a 90 giorni, e ≥1 reazione avversa grave a 28 giorni).

Principali risultati – I ricercatori hanno osservato che il numero mediano di giorni di vita senza sostegno alle funzioni vitali era di 22,0 giorni nel gruppo che aveva ricevuto 12 mg di desametasone rispetto a 20,5 giorni nel gruppo che aveva ricevuto 6 mg dello stesso farmaco (differenza media aggiustata, 1,3 giorni).

A 28 giorni, la mortalità era del 27,1 e 32,3 per cento, rispettivamente (rischio relativo aggiustato, 0,86; 99 percento intervallo di confidenza [CI], 0,68 a 1,08). A 90 giorni la mortalità era del 32,0 e 37,7 percento, rispettivamente (rischio relativo aggiustato, 0,87; 99 percento CI, 0,70 a 1,07). Nel gruppo assegnato al dosaggio elevato, gravi reazioni avverse, tra cui shock settico e infezioni fungine invasive, si sono verificati nell’11,3 percento rispetto al 13,4 percento nel gruppo a basso dosaggio (rischio relativo aggiustato, 0,83; 99 percento CI, 0,54 a 1,29).

In conclusione, nei pazienti con coronavirus e ipossiemia grave, 12 mg/d di desametasone rispetto a 6 mg/d dello stesso farmaco non hanno prodotto un numero statisticamente significativo di giorni di vita senza supporto vitale a 28 giorni. Tuttavia lo studio potrebbe essere stato sottopotenziato per identificare una differenza significativa.

Redazione Nurse Times

Fonte: PharmaStar

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